compiti a casa istruzioni per l’uso

Tra le tematiche che più mi capita di incontrare, quando incontro le coppie genitoriali dei piccoli pazienti, di sicuro la più controversa riguarda i compiti a casa.

C’è chi aiuta i bambini sedendosi accanto e svolgendo i compiti insieme a loro parola per parola, numero per numero, con tanto di interrogazione e verifica serale.

C’è chi ha deciso che devono cavarsela da soli, senza se e senza ma, perché solo così impareranno.

C’è chi decide che le insegnanti diano pochi compiti o troppi compiti, perciò usano il libero arbitrio anche nell’educazione scolastica del proprio figlio.

Tutti questi casi hanno un denominatore comune: fare i compiti a casa è uno strazio tanto per i figli quanto per i genitori.

ORA… DUE PICCOLE PRECISAZIONI:

La prima: Nessuno, ma proprio nessuno, ha mai detto che i compiti a casa devono essere divertenti, o facili, o piacevoli. Così come noi adulti non sempre troviamo piacevole o divertente o facile il nostro lavoro, i ragazzi possono trovare noiose delle materie, difficili altre materie o più gratificanti altre attività…

È SANO, FISIOLOGICO E GIUSTO…

I compiti insegnano anche questo: c’è bisogno di Impegno, Costanza, Fiducia per ottenere dei risultati, per crescere e per sentirsi appagati e gratificati. Non mentiamo ai nostri figli, chiedendogli di fare i compiti con gioia, o dicendo che la nuova ricerca di storia è avvincente e stupenda, ci arriverà da grande, proprio come avete fatto voi…

La seconda: Occorre “La giusta distanza”. Mai come in questa frase assume più senso. Occorre permettere al bambino di sentirsi capace di “fare da solo” , superando anche delle difficoltà; ma è anche necessario che il genitore sia presente, magari nella stanza accanto, magari ritagliandosi uno spazio dopo cena… una presenza discreta, ma che rappresenta per il bambino una base sicura, a cui poter chiedere come affrontare un compito, non come farlo… Il genitore potrà aiutarlo a recuperare del materiale, o a comprendere cosa non ha capito per permettergli di porre le giuste domande, potrà incoraggiarlo, permettergli una pausa rigenerante, concordare orari e gratificazioni. Vostro figlio si sentirà sostenuto, accompagnato, ma scoprirà di saper fare, di riuscire… la sua soddisfazione saprà ripagarvi di tutte le volte che l’avrete sentito sbuffare.

ALCUNE PICCOLE ISTRUZIONI PER L’USO:

  1. Create insieme al bambino/ragazzo uno spazio che sia bello, luminoso, confortevole per poter svolgere i compiti in tranquillità. Non occorre che sia nella sua stanza, ma deve essere uno spazio solo suo, e deve essere curato e funzionale. Alla fine dei compiti va messo a posto il materiale e riordinato i libri e i quaderni.
  2. Siate presenze discrete e di sostegno: una buona merenda per spezzare un tempo lungo sui libri portata da mamma, papà o nonna o tata può essere un buon carburante per continuare con più motivazione.
  3. Rassicuratelo, si può non saper svolgere un compito, è importante comprendere perché e come poter rimediare. La prossima volta andrà meglio.
  4. I contenuti multimediali, internet e i social erano una novità per noi della generazione passata, perciò ci piaceva cercare contenuti e approfondimenti su internet. Per loro è la norma! Provate a portarlo in biblioteca già da quando è piccolo, fategli scoprire musei, strade sconosciute della vostra città… la ricerca sul campo è una novità per questa generazione e perciò è molto più accattivante!
  5. Gratificatelo, lodatelo per i successi….
  6. Ultima, ma forse la più importante, lodate e gratificate il suo impegno anche quando ha un insuccesso.

L’AMORE DEI GENITORI NON E’ NEGOZIABILE:

IL BAMBINO DEVE ESSERE SICURO DI ESSERE AMATO SENZA SE E SENZA MA… anche se ha preso un brutto voto!

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