Ansia scolastica in adolescenza

ANSIA SCOLASTICA

adolescenti e ansia scolastica… come comportarsi?

I ragazzi passano a scuola, o nei suoi paraggi, la maggior parte del loro tempo; la scuola è il luogo in cui si sperimentano, ottengono i primi risultati e provano i primi fallimenti; forse hanno già fatto la prima scelta che riguarda il loro futuro iscrivendosi alla scuola superiore o forse sono ad un passo dal farne una più importante riguardo l’università.

Quindi è qui che esprimeranno la loro gioia, la loro rabbia e la loro paura… e la loro ansia.

Cos’è l’ansia scolastica?

È fisiologico che abbia paura di una nuova scuola o dell’interrogazione di matematica, se non ha studiato a dovere o se non è la sua materia preferita: la supererà e scoprirà che la nuova scuola ha più o meno gli stessi ragazzi simpatici o antipatici della vecchia e, la prossima volta studierà di più…

L’ansia è qualcosa di diverso dalla paura: non ha oggetto!

Possono essere irritabili (più del solito!); possono avere tachicardia, agitazione, insonnia, mal di pancia, mal di testa, tremori; potrebbero perdere interesse verso la scuola o verso lo sport o le loro passioni extrascolastiche… fino ad avere attacchi di panico veri e propri prima di entrare in classe.

I sintomi possono essere vari, quello che li accomuna è che in nessun caso i ragazzi riescono a dire cosa li turba, di cosa hanno paura… è un malessere diffuso, che riguarda la scuola o che lì si esprime, a cui non sembra esserci rimedio e che spesso sembra una valanga che aumenta di intensità man mano che passa il tempo…

Come nasce l’ansia?

Può essere che abbia un metodo di studio che andava benissimo alle medie, ma che ora, alle superiori, non porta risultati soddisfacenti e si rivela molto più faticoso di prima…

Oppure potrebbe essere che sta affrontando la terza media e non sa cosa scegliere per le superiori, e i docenti iniziano a prospettargli gli esami di fine anno come qualcosa di spaventoso e difficilissimo…

Se è in quinta superiore potrebbe essersi posto mille domande sul suo futuro a cui non sa rispondere, e gli esami di maturità… beh… ammettetelo che avete ancora qualche incubo in merito…

Potrebbe aver avuto qualche insuccesso scolastico, o qualche brutta esperienza con amici o fidanzati…

Ma queste esperienze non generano sempre e per forza su tutti i ragazzi stati d’ansia!

C’è dell’altro infatti: c’è la struttura familiare che potrebbe avere standard molto alti di prestazione, tanto che un voto appena sotto la media non è contemplato; oppure che sta attraversando un momento difficile, economicamente o emotivamente, e che quindi non riesce ad essere sufficientemente supportiva per l’adolescente.

Poi c’è il suo particolare modo di essere, di affrontare le sfide della vita, che affonda le sue radici nella sua infanzia, forse nel suo essere figlio unico e quindi nell’avere quattro occhi puntati addosso, o forse nella meticolosità che gli è stata impartita fin dalla nascita, o forse nel dover dimostrare di essere sempre forte e di non ascoltare i segnali del proprio corpo e delle proprie emozioni, ma di seguire solo la razionalità e la logica intellettuale.

Ultimi ma non meno importanti, i docenti. Sono loro che possono rassicurare i ragazzi sul programma studiato, sugli esami imminenti, sulle interrogazioni… sono loro gli adulti a scuola, perciò sono loro che devono prendersi cura di loro lì…

Una volta nata l’ansia si insinua sotto pelle e cresce, e genera uno stato confusionale che probabilmente causerà nuovi insuccessi e maggiori mal di testa o pancia, innescando un circolo vizioso che va interrotto il prima possibile! È ansia se accade frequentemente, se è persistente e se gli impedisce di vivere al meglio le esperienze che gli si presentano alla sua età.

In genere vi do dei consigli su come affrontare le problematiche fisiologiche degli adolescenti, questa volta no. Perché? Perché per interrompere un circolo vizioso serve un aiuto da casa… Si, perché quando l’ansia interessa un adolescente in casa, invade tutto il nucleo familiare, e ogni preoccupazione genitoriale circa il mal di testa che precede la mattinata scolastica, genera nel ragazzo ansia e così via…

Perciò non esitate a contattare uno psicoterapeuta che aiuti vostro figlio a focalizzare l’enorme mostro invisibile agli altri, ma ben presente agli occhi del ragazzo, e che lo sostenga mentre trova gli strumenti per sconfiggerlo. E che guidi voi genitori mentre gli state accanto.

Cosa farà un professionista insieme a vostro figlio?

Lo aiuterà a guardare in faccia ciò che lo terrorizza, lo aiuterà a fare un esame di realtà circa le paure reali e le paure immaginarie che rispondono alla domanda “E se…”.

Per ogni “E se farò scena muta all’interrogazione?”, “E se non farò amicizia con nessuno nella nuova scuola?”, impareremo insieme che esiste un qui ed ora, un respiro profondo che lo riporterà al reale, alle paure che possono essere toccate, viste e affrontate e sconfitte.

Comprendere la vera emozione celata sotto l’enorme nube nera dell’ansia, aiuterà a trovare i giusti attrezzi per accettare la tristezza, per trasformare a rabbia e rassicurare le paure…

Un intervento tempestivo sarà non solo più efficace, ma favorirà un percorso più breve, perché non occorrerà agire su un qualcosa di radicato e pervasivo.

Probabilmente sarà necessario che il terapeuta incontri i docenti per cercare insieme strategie più efficaci nello studio, nelle verifiche e nelle relazioni scolastiche. Dove per strategie efficaci non intendo eliminare le interrogazioni o semplificare il percorso scolastico del ragazzo (a meno che non ci siano diagnosi di Disturbi di Apprendimento), questo potrebbe solo portarlo a pensare di non essere capace. Intendo frasi rassicuranti, e un approccio consapevole allo specifico adolescente.

Anche la famiglia parteciperà al percorso terapeutico, sarà sostenuta e coinvolta nel viaggio del ragazzo, scoprirà nuovi modi di accogliere le sue emozioni e di stargli accanto, per ritrovare l’equilibrio perduto.

Libri per preadolescenti

Due libri al prezzo di un post…

Questa volta sono ben due i libri di cui vi parlo:

IL MANUALE DELLE 50 AVVENTURE DA VIVERE PRIMA DEI 13 ANNI

  di Pierdomenico Baccalario e Tommaso Percinale

illustrato da Antongionata Ferrari

edito da Il Castoro

LA GUIDA DEFINITIVA PER ESSERE UNA RAGAZZA

Di Christina De Witte, Chrostin

Edito da DeAgostini

Quanto è difficile avere 12 anni? Difficilissimo!

Il mondo intorno a noi li vede come dei bambini paffuti e teneri, ma qualcosa dentro di loro spinge per poter crescere, emergere, esplorare nuove esperienze e nuove relazioni, innamorarsi, e chissà che altro…

Non è un caso che questi due libri siano due manuali, siano molto incentrati sull’esperienza, sul quotidiano, sul mondo intorno…

Quest’età ha bisogno di istruzioni, di esperienze guidate, di scoprire che c’è un mondo da scoprire e che ci sono altri che stanno attraversando il nostro stesso viaggio, che hanno le nostre stesse paure e i nostri dubbi.

Entrambi i libri hanno un traguardo, un punto di arrivo, e hanno un limite!

Questo è un altro bisogno di questa età, hanno bisogno di essere rassicurati da un confine, un limite, un punto di arrivo… hanno bisogno di sapere che riescono a finire una missione alla volta, fino ad ottenere la patente da tredicenne (in carta e ossa!) e che, ad un certo punto, diventeranno delle ragazze!

Le missioni del libro sono abbastanza semplici, ma non tutte possono essere fatte in città, quindi ci sarà bisogno dei genitori (e di qualche nuovo DPCM) per poterle affrontare… ci sono degli spazi per le note a margine di ogni missione, e, molto importante, c’è da incollare una fototessera prima delle missioni, quindi a 12 anni, e al termine delle missioni, quindi a 13 anni. Sarà sorprendente notare il cambiamento: è questo che succede in pre adolescenza, le esperienze cambiano persino i connotati dei ragazzi, e, a volte, non ce ne rendiamo conto… questo libro ci permette di mentalizzare e metabolizzare il tempo che passa e che muta attraverso le nuove scoperte.

Il manuale per ragazze fornisce le istruzioni per guardarsi dentro durante la crescita, per affrontare i piccoli grandi dilemmi della vita, per gestire le nuove relazioni e le loro complicanze, i cambiamenti del corpo e della mente… è un manuale, perciò può essere tenuto sul comodino e aperto alla pagina che più interessa affrontare al bisogno… e, se no, può essere tenuto chiuso!

È anche questo la preadolescenza: poter scegliere!

Mamma, mi fa male la pancia!

Children tips: quando fa male la pancia!

Quante volte avete sentito questa frase?

Cosa avete sentito?

Cosa avete pensato?

Cosa avete fatto?

Cosa avete detto?

Pensateci un attimo prima di leggere l’articolo…

Adesso vediamo insieme cosa possiamo Sentire, Pensare, Dire, Fare…

Può essere che abbiate sentito un senso di noia e irritazione: è una frase che dicono più spesso al mattino, perciò siete di fretta, e tanto, bisogna finire in fretta di far colazione, bisogna vestirsi e aiutare loro a vestirsi, correre a scuola e poi a lavoro… no, un mal di pancia adesso proprio no! Beh, è lecito! Non siete dei genitori perfidi per questo! La vita è frenetica e voi siete esseri umani… perciò ascoltatevi e se provate noia, irritazione o persino un po’ di rabbia, accettatelo, fate la vostra espressione irritata davanti allo specchio, poi prendete un bel respiro profondo e giratevi verso vostro figlio…

Può capitare che la cosa accada spesso e che il bimbo, magari un po’ gracile e poco affamato, vi stia facendo preoccupare un po’ con i suoi mal di pancia… perciò può essere che sentiate un po’ di paura o forse ansia per quella richiesta frequente e un po’ di impotenza per non sapere come porre rimedio… Bene, siamo a metà dell’opera: Non siete dei supereroi e adesso lo state capendo! Siete genitori normali, e di fronte a voi c’è un’altra persona (che in questo caso specifico è un bambino) con i suoi sentimenti e le sue paure ed emozioni… non potete porre rimedio, potete ascoltare le vostre paure e non confonderle con le sue paure, potete ascoltare le sue emozioni e accettare la vostra probabile impotenza nel fargli passare il mal di pancia…

Sentire è sinonimo anche di Ascoltare. Ascoltatelo, non sta mentendo, se dice che ha mal di pancia, c’è qualcosa che lo agita, può non sapere ancora definire al meglio il suo malessere, ma qualcosa c’è… Chiedetegli dove lo sente, se ha nausea o se deve proprio vomitare o sa ha solo lo stomaco chiuso e non vuole fare colazione, se gli gira la testa o se si sente un po’ spaventato o triste o arrabbiato, chiedetegli cosa lo spaventa/intristisce/agita parlategli e fategli capire che avete visto il suo malessere, che vi prendete cura di lui e dei suoi mal di pancia, che gli starete accanto finché non andrà meglio…

Mi direte… ok tutto ciò è bellissimo ma io sono di corsa al mattino e fare tutto questo discorso non è possibile!

Verissimo!

È vero che ascoltarlo mentre sta avvenendo il problema, o quando il bambino vi chiede aiuto è molto molto più efficace, ma, se non avete tempo di ascoltarlo, di stargli accanto, di rassicurarlo concedendogli il suo tempo, NON FATELO!

Non è una cosa da fare in fretta, tanto per fare!

È però OBBILIGATORIO prendersi 3 minuti quando un bimbo manifesta un disagio!

Prendetevi un minuto per registrare cosa sentite voi, perché è quello che percepirà vostro figlio, più forte di ogni vostra parola.

Poi prendetevi un secondo minuto per capire che davvero non sia impossibile per lui andare a scuola, magari è un virus intestinale, o ha febbre, o deve fare la cacca… escluso tutto ciò, se sentite che il suo mal di pancia è un malessere diffuso, frequente, che ha a che fare più con le sue emozioni che con il suo fisico, prendetevi un terzo minuto per dirgli: “Ho capito che c’è qualcosa che non va, che sei triste o forse arrabbiato p forse c’è qualcosa che ti agita qui a casa o che ti fa paura a scuola. Ci tengo tanto a capire cosa c’è che non va, perciò, siccome adesso siamo un po’ di fretta, e non ci sarebbe il tempo giusto per parlarne bene, io e te, ti propongo una cosa: adesso ti accompagno a scuola, vediamo come va mentre andiamo, poi se dovesse diventare un mal di pancia troppo forte, la maestra mi telefonerà e ti vengo a prendere, ora le diciamo che oggi hai un po’ di mal di pancia… Ma oggi pomeriggio quando ci vediamo, mi racconti benissimo quello che ti senti e se c’è qualcosa che non va. Ok?”

Assicuratevi che abbia capito bene che voi ci siete per lui, che avete ascoltato il suo mal di pancia, che gli date la giusta importanza e che lo aiuterete a star meglio.

È un discorso serio, da fare guardandolo negli occhi, abbassatevi alla loro altezza, deve sentire che vi siete fermati per lui, per un minuto!

E, naturalmente, ogni promessa è debito!

Dai su 3 minuti li avete, non dite di no!

Probabilmente parecchi mal di pancia sono stati liquidati con un “Adesso basta, la mamma va al lavoro e tu vai a scuola, è solo voglia di non andare a scuola!” e adesso ci vorrà del tempo perché creda davvero che lo prendete sul serio! Non demordete subito, magari il primo giorno sarà dubbioso e non si rasserenerà facilmente, ma vedrete che se a pomeriggio davvero vi sedete accanto a lui con una buona merenda e ne parlate, facendogli capire che il discorso del mattino era serissimo e che non vi siete dimenticati delle vostre promesse (mettetevi un avviso sul cellulare!), anche se magari lui se ne è dimenticato… se focalizzerete insieme il mal di pancia (com’è, dove lo sente, che tipo di emozione è collegata al malessere…) se capirete insieme come affrontarlo per stare meglio, se ascolterete i suoi bisogni e li accoglierete… andrà sempre meglio! Provare per credere…

Naturalmente focalizzata l’emozione nascosta dietro al mal di pancia, date uno sguardo agli articoli precedenti sulle emozioni!

La pancia è la parte più vulnerabile del nostro corpo, quando il bambino sente il bisogno di tenere le manine sul pancino per comunicarvi il suo malessere, probabilmente è un segno del suo bisogno di maggior protezione, del suo sentirsi più esposto alle “intemperie” della sua quotidianità, quindi forse è necessario incoraggiare la sua capacità relazionale, sostenerlo nelle sue prime autonomie e comprendere insieme come superare gli eventi problematici, come un brutto voto a scuola o la lite con un compagno. Non ditegli cosa fare, ragionate insieme e fategli sempre sentire tutto il vostro amore, sia che prenda un buon voto sia che non lo prenda!

Come sempre, se pensate di dover avere un parere esterno alla famiglia e alla scuola, se vi sentite insicuri, o molto preoccupati per il vostro bambino, una telefonata a un professionista potrà essere davvero di conforto e di aiuto e di sostegno!

Ricordate anche che sono tornati a scuola, in presenza, dopo molto tempo, che sono seduti molto tempo con la mascherina, o che vedono le loro maestre della scuola d’infanzia vestite da extraterrestri e che non possono più coccolarli come un tempo… Spesso a casa ci sono preoccupazioni per il lavoro o per il covid… Probabilmente vedono meno nonni e parenti e amici, forse vanno meno al parco, anche perché fa freddo e piove…

Tutto ciò forse fa venire mal di pancia anche a voi! Fateci caso!!!

Regali di Natale per adolescenti

PER PREADOLESCENTI E ADOLESCENTI

Consigli per regali ad adolescenti e pre adolescenti

Da quanto tempo hanno iniziato a fare un elenco infinito di richieste-regalo per natale? Smartphone, anfibi appena usciti sul mercato, trucchi, videogiochi e quel nuovo giubbotto di cui proprio non possono fare a meno…

Probabilmente avranno cambiato idea ogni giorno, o forse più volte al giorno… vi avranno prospettato tutte le argomentazioni per cui non possono farne a meno, senza nemmeno prender fiato.

Ecco… voi prendetelo quel fiato, fate un bel respiro profondo e cercate di uscire dal vortice della loro energia adolescenziale…

Prima però è necessaria una precisazione…è stato un anno difficile per tutti ma per i ragazzi ancora di più, hanno dovuto adattarsi a un nuovo modo di fare scuola, di fare gruppo, di fare amicizia. Spesso non sono stati dentro quei confini che hanno definito per loro, più rigidi che per altre fasce d’età, spesso era necessario riprenderli, ricordare loro le regole, ma nonostante tutto hanno trovato la loro strada, come solo loro sanno fare. Perciò… Gratifichiamoli! Diamo al regalo un senso, magari con un biglietto un po’ più complesso del solito, facciamo sapere loro che riconosciamo la loro capacità di rinnovarsi e di riscoprirsi in un contesto nuovo con nuove modalità: darà valore a ciò che è stato e saranno una grande motivazione per ricominciare più consapevoli dopo le feste.

Ora cominciamo…

La lettera a Babbo Natale probabilmente non la fanno più, ma possono fare una lista, condivisa con voi, in modo da scrivere nero su bianco i loro desideri, per iniziare a renderli reali, e per focalizzare quello che scelgono e quello a cui rinunciano. Ormai hanno le competenze giuste per comprendere che c’è un budget complessivo per il loro regalo, e che quindi possono decidere insieme ai genitori come investire tale cifra. Non abbiate paura di dirgli un no!

Forse in preadolescenza hanno ancora un calendario dell’avvento, specialmente se in casa ci sono fratellini più piccoli è giusto che tutti i piccoli di casa abbiano un pensiero da quel calendario… optate per cose piccole oppure per cose che sapete che comprereste comunque, come una ricarica telefonica o delle gomme da masticare, o i suoi biscotti preferiti, un gel per capelli o, perché no, lo spazzolino nuovo!

È un modo per definire un preciso periodo dell’anno e per mantenere quella magia di quando erano un po’ più piccoli, ma con oggetti che mostrano che stanno crescendo.

Ma veniamo al resto dei regali… quello dei genitori e quelli, magari pilotati sempre dai genitori di zii e nonni… oppure siete zii e nonni e non sapete cosa regalare agli adolescenti di famiglia.

Bene, questa è la parte di articolo che fa per voi!

Farò, banalmente un elenco, ma si sa che le cose banali a volte sono le migliori…

Smartphone & co. Quest’anno, più che in altri anni, sarà impossibile limitare un nuovo telefono in regalo. Lo hanno usato per la didattica a distanza, per parlare con amici, nonni e parenti, magari si sarà usurato e magari avrà mostrato un po’ di arretratezza tecnologica rispetto alle nuove versioni in uscita costante. Perciò, se è un telefono che vuole, cedete… Ma, c’è un ma… prima verificate che necessiti davvero di un nuovo telefono, dialogate con lui o lei su quelle che sono le attività più frequenti, se fa più foto, servirà un modello con una buona fotocamera ad esempio. Rispolverate regole e limitazioni sull’uso del cellulare e fate loro presente che, poiché si parla di una cifra considerevole, non avrà molti altri pacchetti da scartare sotto l’albero… Se non ritenete che serva un telefono nuovo, perché il vecchio cellulare funziona perfettamente, non esitate a declinare la richiesta… se vorrà potrà comprarlo con i suoi soldi (di cui vi parlerò tra poco) quando racimolerà la giusta cifra…

Soldi. Capita che nonni, zii o gli stessi genitori decidano di regalare dei soldi nella famosa “busta di Natale”. Cercate di non regalare soldi prima delle medie, solo a questa età si iniziano ad avere le competenze e il giusto livello di autonomia per decidere come usarli al meglio. Una cifra giusta non dovrebbe superare i 50 euro, è il prezzo massimo per un regalo. Se i nonni vogliono regalare cifre elevate sarebbe meglio un piccolissimo pensiero tangibile e, a parte, un libretto di risparmio o una prepagata su cui iniziare a metter da parte i loro soldi. Molte banche permettono l’apertura di conti bancari con carte prepagate per i minori, controllabili dai genitori, è una buona idea per i nonni e i genitori accompagnarli in banca e far mettere loro le prime firme, darà loro il senso della responsabilità di quello che stanno ricevendo.

Trucchi, maschere, cosmetici. Prima di tutto vorrei precisare che non sono regali da fare solo alle ragazze!! Siamo nel 2020, l’idea che solo le femmine siano interessate a questo tipo di regali è vetusta. Una maschera viso anti acne potrebbe essere gradita da alcuni ragazzi tanto quanto da alcune ragazze. Certo magari per le ragazze abbiamo una vasta scelta tra rossetti e mascara, ma in una qualsiasi profumeria sapranno proporvi qualcosa anche per i maschietti. Rispettate l’età e le volontà dei genitori, magari chiedete a loro prima di comprare un rossetto alla figlia dodicenne, se gliel’hanno sempre vietato sarebbe opportuno non comprarlo! Un lucidalabbra sarà più indicato per la preadolescenza, un rossetto o uno smalto per una sedicenne andranno benissimo. Stessa cosa per piastre, rasoi, epilatori elettrici… aspettate i 15 anni se potete!

Accessori tecnologici. Che sia la stampante collegata allo smartphone, o una polaroid o una cassa bluetooth o una batteria esterna, possono essere regali graditissimi. Naturalmente dovranno avere già un telefono, ma non implicano grosse conseguenze di tipo educativo e possono incentivare passioni adolescenziali con una spesa non eccessiva.

Videogiochi. Che sia la nuova play station o i suoi videogiochi vanno calibrati… Se è un ragazzo che è già difficile distogliere dalla console sarebbe meglio evitare un nuovo videogioco durante le feste di Natale… Altrimenti sono regali che ormai sono diffusissimi e sempre graditi, naturalmente andrebbero accompagnati da regole ben scritte e condivise!

Accessori cool per la scuola. Il nuovo zaino alla moda, un nuovo device da usare per la didattica a distanza, sono regali che possono cambiare la loro immagine pubblica, perciò saranno felici se e solo se sono fedelissimi alle loro richieste. Sareste stupiti nel verificare che anche il solo colore diverso dal desiderato potrebbe esser così inaccettabile agli occhi del vostro ragazzo.

Vestiti e scarpe. Le nuove sneakers, gli anfibi tanto diffusi, il maglioncino nuovo e la borsa… oggetti del desiderio, costosissimi, ambiti… da concordare insieme… ma, tutto sommato, dopo un buon esame di realtà che impedisce di spendere 500 euro per un paio di scarpe da ginnastica, sono ottimi regali.

Un libro. Non strabuzzate gli occhi, si avete letto bene… Esistono libri di ispirazione su adolescenti famosi del passato e del presente, la biografia del loro cantante preferito, un primo romanzo d’amore, manuali per l’adolescente perfetta… sono regali che potrebbero solleticare la loro latente voglia di lettura durante un periodo in cui hanno più tempo e più disponibilità d’animo…

Regali per muoversi un po’. Mai come quest’anno è importante per loro muoversi. Un tappetino con attrezzi per allenarsi in casa, una bici nuova, un monopattino… quest’anno tutto è concesso! Non hanno potuto svolgere le normali attività sportive e gli unici divertimenti concessi sono parchi e luoghi aperti (e nemmeno sempre!), perciò usiamoli al meglio!

Regalare un buono regalo. È una buona idea alternativa ai soldi veri e propri. Una carta regalo in un negozio di abbigliamento, o in una profumeria o su una piattaforma di e-commerce… sono ottime idee regalo che stimolano la loro autonomia e la loro capacità di gestione di una somma di denaro.

Regalare una gift card per un abbonamento. Che sia Netflix, spotify o itunes, farà piacere ricevere uno di questi abbonamenti, anche solo per 3 mesi… i ragazzi sono  dei fervidi fruitori di queste piattaforme, perciò li farete felici.

Regali per ragazzi creativi. Un taccuino da disegno, una scatola di pastelli, una tela, un autotune, un accessorio per la cucina… se hanno una passione creativa alimentiamola!!! Sono così rari i momenti lontano da uno schermo che quei pochi che ci sono vanno incentivati in ogni modo.

Alcune regole generali potrebbero tornarvi utili…

Genitori separati. Ho scritto questo consiglio anche nell’articolo sui regali per i bambini, vale sempre a tutte le età…Non scatenate una gara per chi farà il regalo più grande e costoso, non serve a voi, e sarà un brutto scenario per il ragazzo (spargete la voce anche tra i rispettivi nonni e zii!). Cercate di fare un regalo insieme da scartare la mattina di Natale, ovunque la passerà, il genitore presente può fare un video da inviare all’altro, e l’anno prossimo sarà l’inverso. Non siete più marito e moglie, ma siete ancora mamma e papà! Poi potrete fare un regalo più piccolo (uno solo!) da scartare nelle rispettive case nei giorni stabiliti che passerà con i due genitori separatamente.

Insegnate loro ad apprezzare la sorpresa. Insegnate ai ragazzi ad apprezzare anche i regali che non sono sulla sua lista di desideri… Non è scritto da nessuna parte che nella vita ci sono solo regali che ci piacciono, ma è in nostro potere guardarli dal nostro punto di vista e trasformarne l’uso! Potranno scambiarli, organizzare un mercatino, rivenderli e guadagnare qualche soldo in più… ma a questa età, l’educazione impone di ringraziare sinceramente per il pensiero che c’è stato per loro.

Regalare un po’ del loro tempo o dei loro vecchi vestiti a chi non ce l’ha. Fare un po’ di feng shui non fa mai male, a Natale poi ha un valore in più… un giubbotto che non entra più può essere utile al cuginetto più piccolo, un cappello può essere vitale per chi si reca alla Caritas o ad associazioni simili… Preparate un sacchetto di vestiti puliti e in buone condizioni e portatelo insieme a loro nei cassoni gialli per indumenti sparsi per la città… potete inserire un biglietto di buon Natale per rendere il tutto più tangibile. Stesso discorso vale per il tempo: fare la spesa per la nonna, aiutare il fratellino nei compiti, aiutare i genitori nelle faccende domestiche significa regalare qualche ora del proprio tempo… formalizzatelo, segnate quante ore hanno regalato e lodateli per la loro generosità, vi sembrerà poco, ma per un ragazzo è tanta roba! SI abitueranno alla condivisione e si avvicineranno ad un puto di vista diverso…

Ed infine…

È stato davvero un anno cupo, pieno di paure e incertezze…

Il regalo più prezioso che potrete fare loro è un po’ di MAGIA!!

La magia è davvero nelle piccole cose, fare dei biscotti allo zenzero insieme, ballate, cantate, accendete candele… DIVERTITEVI e passate del tempo di qualità con loro… non c’è regalo più grande!!!

Libri per adolescenti che stanno per esplodere

adolescenza: una cosa piccola che sta per esplodere.

UNA COSA PICCOLA CHE STA PER ESPLODERE

  di Paolo Cognetti

edito da Minimun fax

Sono molto felice di parlarvi del primo libro per adolescenti… dopo una lunga serie di libri per bambini, vi proporrò un po’ di libri pensati per i pre adolescenti e per gli adolescenti a tutti gli effetti.

I libri per adolescenti hanno essenzialmente delle caratteristiche comuni che li rendono appetibili e formativi per questa fascia di età: hanno un o una protagonista forte e affascinante, in cui potersi immedesimare e riconoscere; sono libri con argomenti universali, come l’ingiustizia, le storie d’amore, il rapporto con i genitori; sono libri orientati sul fare, danno delle vere e proprie istruzioni su cosa fare in determinate situazioni, possono rivelare esplicitamente di essere dei manuali d’uso o possono contenere le indicazioni all’interno di racconti più articolati, ma saranno comunque di ispirazione.

Questo libro in particolare, presenta 5 ragazzi protagonisti di 5 storie diverse, i ragazzi potranno scegliere di chi innamorarsi, in chi immedesimarsi, chi rispecchia il loro ideale di vita e intanto riflettere su se stessi, sulle loro amicizie e sulle loro scelte, sulla profonda fragilità della loro età.

Non sono storie leggere, parlano di ragazzi nel pieno del terremoto identitario adolescenziale che devono anche metabolizzare la separazione dei genitori, le problematiche non risolte di mamma e papà, i disturbi alimentari e le battaglie quotidiane. Data la potenza delle storie è importante che conosciate il libro, che lo sfogliate anche voi e che cercate di parlarne con loro, senza essere invasivi, ma con uno sguardo aperto e sincero sul loro punto di vista. Ma è un libro utile da leggere anche per i genitori per uno spaccato su di loro dal punto di vista dei loro figli…

La composizione per racconti è di più facile fruizione per i ragazzi, abituati da internet e tv a scarsi tempi attentivi, i personaggi sono ben caratterizzati e permettono di allargare uno sguardo empatico sugli altri, che, a volte, manca a questa età.

Il titolo è connotativo dell’adolescenza… Una cosa piccola che sta per esplodere: restiamo accanto a loro perché non si facciano troppo male nell’esplosione… La copertina è esplicativa: un pulcino che resta nel nido finché le condizioni non sono favorevoli: rendiamo loro confortevole il volo…

Regali di Natale per bambini

REGALI DI NATALE PER BAMBINI, GUIDA COMPLETA

Primo giorno di dicembre, si sente già odore di zenzero e cannella, il freddo si fa pungente e i bambini chiedono “Ma quando è Natale?”

Bene… Quindi? Cosa avete escogitato per rendere il Natale dei vostri bimbi magico, unico e speciale?

I bambini non hanno ancora una buona cognizione del tempo, perciò per comprendere quanto tempo passa, o tra quanto tempo arriverà Natale serve qualcosa che si possa vedere: cosa c’è di meglio del Calendario dell’Avvento?

Diventato negli anni prodotto consumistico e pubblicitario per eccellenza, è, in realtà, un ottimo modo per mostrare ai bambini quanti giorni mancano al fatidico giorno. Si può costruire insieme a loro senza essere maghi del fai da te (ci sono milioni di tutorial su internet), appendere in cameretta e osservarlo mentre le caselline si svuotano e si avvicina la vigilia…

L’attesa è una grande maestra per i bambini (anche per i grandi, alle volte) abitua alla sopportabilissima frustrazione di non avere tutto e subito, predispone a gioire quando finalmente finisce, crea delle aspettative e quindi stimola l’immaginazione, insegna a gestire il tempo che passa, attenua l’ansia del non sapere quando arriverà ciò che tanto si aspetta.

I regali da appendere al calendario non devono essere costosi né introvabili: un po’ di materiale scolastico (che tanto comprereste comunque),  qualche cioccolatino, un buono per una passeggiata al parco col papà, il biglietto per un cinema (cinema in casa ovviamente, di questi tempi) e quindi un pacco di pop corn per il giorno previsto, un paio di calze, un giochino molto piccolo… insomma sbizzarritevi, usate fantasia e creatività: non importa cosa c’è, ogni giorno di dicembre sarà un giorno in meno per la mattina di Natale!

Altro step importante è la lettera a Babbo Natale!

È un momento importante, serve ai bambini a focalizzare i loro desideri, non possono chiedere tutto, devono scegliere, selezionare, decidere. Le prime scelte sono fondamentali: insegnano che non c’è un giusto e uno sbagliato, ma c’è qualcosa verso cui ci porta il cuore, che risponde meglio ai nostri bisogni, che è necessario chiedere a qualcuno di Magico, vestito di rosso, verso cui proveremo sincera gratitudine.

La scelta significa anche che rinunceremo a qualcos’altro, perciò, non comprate loro anche quello che non hanno chiesto a Babbo, ma che avrebbero voluto comunque, sminuirà la loro capacità di scelta!

Potete scriverla insieme, potreste fare un disegno… fissate delle regole, ad esempio, solo tre richieste, oppure una richiesta per un regalo personale e una per qualcosa da usare con tutta la famiglia, oppure un regalo da poter toccare, come un giocattolo, e uno da fare insieme, come una gita sulla neve o un campeggio in salotto, potrebbe essere una lettera personale o una di tutta la famiglia… Insomma le regole le decidete voi, l’importante è che siano chiare e condivise!

Ecco, Babbo Natale è avvisato, il regalo chiesto a Santa Claus deve essere il più fedele possibile a quello della lettera! Probabilmente ci vorranno un bel po’ di sbattimenti per recuperare il particolarissimo regalo generato dalla fervida immaginazione di vostro figlio oppure ci vorranno ore di fila o giornate di siti impallati per reperire la bambola che tutto il mondo desidera… So che può essere frustrante, ma fidatevi, vi mancherà quando smetteranno di crederci!

Ma veniamo al resto dei regali… quello dei genitori e quelli, magari pilotati sempre dai genitori di zii e nonni… oppure siete zii e nonni e non sapete cosa regalare ai pargoli di famiglia.

Bene, questa è la parte di articolo che fa per voi!

Farò, banalmente un elenco, ma si sa che le cose banali a volte sono le migliori…

Un libro. Di libri ve ne ho consigliati molti in questi mesi, con dovizia di spiegazioni e ne seguiranno altri. Un libro non è mai banale: sono giornate di festa e anche gli adulti hanno più tempo libero, perciò è il momento migliore per sfogliarlo insieme, leggerlo prima di addormentarsi e mostrarlo a tutti durante le cene in famiglia. Un libro tattile o da usare durante il bagnetto andrà benissimo fino ai 2 anni; un bel libro su un bimbo che dice sempre di no o che fa i capricci è scritto ad hoc per i terrible two; un libro sonoro e un po’ più interattivo è perfetto per i 3-4 anni; un libro pop-up con una bella storia avrà un bell’effetto su un 5enne che ancora non sa leggere ma è impaziente di imparare; un primo libro di storie, da leggere con mamma e papà andrà bene per un 6enne; mentre un libro di prime letture, un romanzo leggero, sarà interessante per le prime autonomie di un bimbo di 7-8 anni; un libro sulle amicizie, sulle prime cotte o sulle maestre antipatiche andrà molto bene per gli ultimi anni dell’infanzia.. Ricordo ancora con nostalgia i miei primi libri di Bianca Pitzorno! Nel miscuglio di regali natalizi passerà in secondo piano il regalo di un libro, ma fidatevi se vi dico che sarà apprezzato dopo, quando il frastuono passerà…

Un gioco da tavolo di comunità. Forse è per i bimbi un po’ più grandi (di 7- 8 anni)… Io, ad esempio, uso moltissimo, nel mio lavoro, un gioco che si chiama Dixit.. contiene un numero enorme di carte di libera interpretazione con cui costruire una storia… ma può diventare un modo per scoprire la natura profonda di vostro figlio: chiedetegli di trovare una carta per ciascuno di voi, oppure di raccontare la sua storia con le carte, vi stupirà! C’è il più classico gioco dell’oca, le carte da Uno, una tombola di immagini (anche per i bimbi dai 4 anni)… i giochi da tavolo sono infiniti, fatevi ispirare… andranno bene comunque: ai bimbi piacerà che gli dedichiate attenzione e che vi divertiate insieme, non importa cosa ci sarà sul tavolo!

Un corollario del Regalone di Babbo Natale. Ad esempio, se Babbo Natale gli ha regalato una mini cucina, voi potreste fargli trovare pentolini e tazzine, se gli ha regalato la bambola preferita potreste fargli trovare vestitini per lei, e così via… naturalmente dovrete essere sicuri del regalo di Babbo Natale!!! (E di scartarlo dopo il suo).

Videogiochi e simili. Per questo tipo di regali non occorrerà che vi dica di visionarli prima di comprarli e di comprendere bene cosa state comprando. Dopo di che si potrebbe inserire all’interno del regalo, con un bel cartoncino colorato da appendere in camera, le regole per poterlo usare e una clessidra o un timer colorato, se i bimbi non sanno ancora leggere l’ora: quanto tempo al giorno, dopo aver fatto i compiti o mezz’ora prima di cominciare, decidete voi, l’importante, come sempre quando si parla di regole, è chiarezza e condivisione.

Animali & co. Su questo punto sarò un po’ dura nel dire che gli esseri viventi non sono un regalo, non saranno di esclusiva proprietà del bambino (cosa che invece è implicita in un regalo personale) e rappresentano una responsabilità troppo grande per loro. Un cane o un gatto o un coniglio o un canarino meritano del tempo per pianificare bene il loro ingresso in casa, dalla cuccia ai giochini alle ciotole e al cibo, i bambini e tutta la famiglia devono prepararsi all’arrivo, proprio come l’attesa di una nascita. La famiglia dividerà compiti e regole a seconda delle diverse età dei componenti e del loro tempo disponibile. È una scelta importante e perciò va ponderata bene, soprattutto dagli adulti, può essere estremamente dannoso per il bambino scoprire di dover restituire un animale a febbraio perché non si è stati capaci di dargli cure! Se proprio avete deciso che un animale rientra nelle vostre possibilità familiari di tempo e spazio potreste usare le vacanze di Natale per andare insieme in un canile o gattile a scegliere quello che vi ruberà il cuore, poi in un negozio di animali per scegliere la cuccia per la sua taglia e tutto il necessario specifico per lui o lei… Un animale è un’enorme ricchezza per un bambino, come tale non va sottovalutata o sprecata, né tanto meno può essere rinnegata quando non ci piace più! Cercate di non far fare questa richiesta nemmeno a Babbo Natale, potrete spiegare ai bambini che i suoi elfi confezionano oggetti e non esseri viventi e che Babbo e le sue renne devono affrontare un lungo viaggio dal freddo Polo Nord che un cucciolo non può proprio sopportare, se dopo Natale desidererà ancora un animale approfitterete del maggior tempo da passare insieme per parlarne meglio in famiglia: sarà una delle regole per scrivere la lettera miracolosa!

Regali che stimolano la creatività. È una variante di regali che va dal marchingegno per fare i braccialetti alle costruzioni, a colori, tempere e pennelli a qualcosa di musicale o qualche aggeggio per cucinare, pasta di sale per i più piccoli (fatta in casa viene uno spettacolo e non è pericolosa!), una scatola delle meravoglie con oggetti di riciclo, come tappi di sughero, pezzi di stoffa e carte speciali, rotoli di carta igienica, pigne e sassi, colla e forbici)… sono regali che aiutano i bimbi a passare un buon tempo di qualità impegnati in qualcosa… Sarà importante dargli la motivazione giusta per completare il loro lavoro… ad esempio fotografando l’opera alla fine per metterla in un album, oppure regalare dei braccialetti portafortuna per capodanno a zii e cugini e amici… Sono regali per cui è importante conoscere i proprio figli, carpire cosa potrebbe davvero stimolare la loro vena artistica e diventare la loro passione.

Regali per muoversi un po’. Mai come quest’anno è importante per loro muoversi. Un tappeto elastico, un monopattino, i cerchi per l’hula-hoop, un tappeto sonoro interattivo per i più piccoli, dei pattini o una bicicletta nuova. Quest’anno tutto è concesso! Non hanno potuto svolgere le normali attività sportive e gli unici divertimenti concessi sono parchi e luoghi aperti (e nemmeno sempre!), perciò usiamoli al meglio!

Giochi simbolici. Giocare a “facciamo finta” è molto importante per i bambini, incrementa la capacità imitativa e immaginativa, propone al piccolo una prospettiva diversa dalla sua, dà al bambino la possibilità di esprimere la sua visione del mondo. Non occorre una mini cucina nuova di zecca e costosissima, anzi… Fategli trovare una cesta di travestimenti con i vostri vecchi abiti e diventerà un principe, un astronauta una fata o una regina; con una scatola grande di cartone con pennelli e tempere e l’aiuto di mamma e papà costruirà un’accogliente casetta o una macchinina… Sono abituati a fare questo, alla scuola dell’infanzia lo fanno tutti i giorni! Incartate tutto l’occorrente con un buono per passare un pomeriggio in famiglia ad inventare e giocare insieme… risparmierete molto e saranno davvero contenti!! Alla scuola primaria il gioco simbolico diventa un po’ più realistico e strutturato, perciò servirà una divisa da chef per cucinare davvero nella cucina di mamma e papà, oppure un vero microfono per essere una famosa cantante… imparate ad osservare vostro figlio e scoprirete la sua passione più grande!

Regalare un’esperienza. Nei limiti imposti dai diversi DPCM, non è impossibile regalare esperienze ai nostri bimbi. Una caccia al tesoro al parco, una serata hamburger, un pigiama party di famiglia, trasformare il soggiorno in un ristorante di lusso e vestirsi elegantissimi…unica regola fondamentale decidere quando e tener fede assoluta alla promessa!!!

Beh spunti per Natale ve ne ho dati… accendete la vostra fantasia e fatevi guidare dai vostri bimbi, aprite occhi e orecchie e saprete cosa può farli felici la mattina di Natale.

Alcune regole generali potrebbero tornarvi utili…

Genitori separati. Non scatenate una gara per chi farà il regalo più grande e costoso, non serve a voi, e sarà un brutto scenario per il bambino (spargete la voce anche tra i rispettivi nonni e zii!). Cercate di fare un regalo insieme da scartare la mattina di Natale, ovunque la passerà, il genitore presente può fare un video da inviare all’altro, e l’anno prossimo sarà l’inverso. Non siete più marito e moglie, ma siete ancora mamma e papà dello stesso bambino, lui deve esserne certo! Poi potrete fare un regalo più piccolo (uno solo!) da scartare nelle rispettive case nei giorni stabiliti che passerà con i due genitori separatamente: nella nuova camera del papà potrebbe servire una lampada per la notte rassicurante e amorevole ad esempio… aguzzate l’ingegno!

Insegnate loro ad apprezzare la sorpresa. Insegnate ai bambini ad apprezzare anche i regali che non sono sulla sua lista di desideri… Magari avrà un’espressione delusa quando scarterà il pigiama dell’anziana zia, ma se è perfetto per un pigiama party gli piacerà! Trovate un aspetto meraviglioso per il regalo che scarta, stategli accanto quando lo aprirà e siate tempestivi nelle risposte… Non è scritto da nessuna parte che nella vita ci sono solo regali che ci piacciono, ma è in nostro potere guardarli dal nostro punto di vista e trasformarne l’uso!

P.S. Vale anche per i grandi!

Regalare un gioco che non si usa più a dei bimbi meno fortunati. ci sono molte associazioni, soprattutto quest’anno che si occupano di questo, ma se non avete tempo basterà portarli alla vecchia scuola dell’infanzia ad esempio… Il processo è questo: scegliere un gioco che non usano più perché sono diventati grandi o perché non rientra più nelle loro passioni, l’oggetto deve essere in buono condizioni e con tutti i pezzi al loro posto, pulirlo lavarlo e sistemarlo e poi incartarlo e donarlo… Sarà importante per i nostri bimbi, che hanno sempre tutto e troppo, rinunciare a una loro proprietà, donare e sentirsi importanti per qualcuno! Potreste poi fare una medaglia per il mini babbo Natale da appendere in cameretta con orgoglio!

Ed infine…

È stato davvero un anno cupo, pieno di paure e incertezze…

Il regalo più prezioso che potrete fare loro è un po’ di MAGIA!!

La magia è davvero nelle piccole cose, fare dei biscotti allo zenzero insieme, ballate, cantate, accendete candele, create una magica atmosfera mentre preparate la merenda rifocillante per Babbo Natale stanco per il lungo viaggio, la mattina di Natale nascondete i regali un po’ in giro… (si sa che a Babbo Natale piace far scherzetti!)

DIVERTITEVI E SOGNATE INSIEME ai vostri bambini… non c’è regalo più grande!!!

Adolescenti e social network

I SOCIAL NETWORK

Ammettiamolo: rispetto a questo argomento avete un po’ mollato la presa, avete scelto di non intraprendere una battaglia ogni volta che vedete vostro figlio intento a pubblicare video su una bacheca virtuale, vi siete pian piano convinti che, in fondo, non può essere poi così deleteria come cosa…

Non posso che darvi ragione… per svariati motivi i social sono diventati parte della vita di tutti, si lavora con i social, si mantengono relazioni sociale, ci si informa, si approfondisce e si cerca quello che ci incuriosisce… In questo periodo, poi, hanno mostrato tutta la loro utilità nel preservare quel briciolo di socialità essenziale per noi adulti e ancor di più per gli adolescenti…

Come tutto il resto, i social non sono da demonizzare o da avvallare per partito preso, l’importante, come sempre, è comprendere il senso che i ragazzi danno alle relazioni virtuali.

Per prima cosa cerchiamo di comprendere meglio questo fenomeno. Andate un po’ indietro nel tempo a quando vi ispiravate alle ragazze della tv per scegliere un maglioncino o un paio di jeans, bene, oggi sono state sostituite dalle influencers! Non c’è molta differenza, solo che adesso si percepisce maggior vicinanza con chi vorremmo imitare, si percepisce anche che è facile arrivare alla fama e al successo che hanno e che chiunque (anche noi!) potremmo essere lei o lui un giorno non troppo lontano.

Sempre nei vostri ricordi pescate quelle feste di compleanno o quegli eventi che organizzavate nel dettaglio, dalla scelta dei vestiti, al luogo, a quello che avreste detto o fatto… poteva capitare che dalla quantità di gente presente al vostro evento si decidesse la vostra popolarità e il vostro futuro sociale… Oggi ci sono i followers! I ragazzi organizzano video o fanno foto o cercano frasi di sicuro effetto per captare quanti più spettatori possibili e quindi quanti più followers. La differenza è che adesso abbiamo a che fare con centinaia o migliaia di persone e questo può allontanare un po’ dalla realtà, pensando di “conoscere” ognuno dei millemila followers che apprezza la nostra identità virtuale.

Sempre dal vostro passato ripercorrete le interminabili telefonate con la vostra amica del cuore e i vostri genitori che vi intimavano di chiudere per studiare… Oppure quando cercavate di studiare alla velocità della luce per poter incontrare i vostri amici.

Perché ripescare questi ricordi?

Per capire che nulla è cambiato nei bisogni degli adolescenti… il bisogno di appartenenza, di mostrare una parte di sé accettabile e affascinante, la diversa scala di importanza che pone le relazioni sociali extrafamiliari molto più in alto dei doveri scolastici o familiari…

Allora cosa è cambiato?

Essenzialmente due cose: la velocità con cui si possono esprimere le preferenze attraverso i like, con cui in un secondo decido se quel personaggio mi piace o no, e, di conseguenza, la velocità con cui sentiamo di piacere o non piacere più; altro elemento importante di cambiamento è la quantità di pubblico che può raggiungerti o a cui si ha accesso, che toglie spessore alla complessità del singolo, che permettono di nascondersi nella nebbia dell’anonimato o di un gruppo e che riduce al minimo la responsabilità nelle relazioni.

Come ogni nuovo comportamento adolescenziale bisogna sempre pensare che non sono i social in se ad essere pericolosi, ma possono essere un buon canale per esprimere un disagio già esistente e da cui può essere difficile venirne fuori.

Quindi, che fare?

Il primo suggerimento è quello a cui probabilmente siete già arrivati: non impedire, non proibire, non mettere al bando i social, non demonizzarli…

Sarà davvero semplice eludere i vostri divieti e accedere alle varie bacheche, specialmente in questo periodo di iper esposizione ad internet. E, inoltre, se anche voi ne fate parte, mostrerete una grande incoerenza educativa.

Una volta accettati, bisognerà però condividere una vera e propria educazione social per condividere e sottolineare con i ragazzi cosa è davvero importante. Un po’ come nel passato c’è stata un’educazione stradale, civica, sentimentale… oggi c’è bisogno dell’educazione social!

Anche i social hanno delle regole: ricordate ai vostri figli che è importante non condividere contenuti che potrebbero ferire qualcun altro e segnalare tempestivamente se fossero oggetto di contenuti che hanno sentito come offensivi o addirittura violenti…  è molto importante per prevenire conseguenze pericolose.

È importante che comprendano quanto è importante non interrompere continuamente un compito per guardare anche solo un secondo gli aggiornamenti dei social. Probabilmente non accetteranno questa regola di buon grado… vale la regola dei piccoli passi: completare una singola espressione senza vedere il telefono, leggere il capitolo di storia prima di riaggiornare la pagina, spiegando loro che c’è un vero e proprio processo attentivo che se viene interrotto (anche per un secondo) porta ad allungare i tempi di svolgimento e a diminuire il profitto.

Interessarsi ai loro social, a come si presentano on line, capire se sono gli stessi che conosciamo o cambiano completamente dietro uno schermo, comprendere chi sono i loro followers, che contenuti seguono o pubblicano…. Potrebbe darvi uno spaccato interessante sulla vita di vostro figlio, e aprire un dialogo con lui…

È importante far comprendere loro anche che voi ci siete e che li vedete e li riconoscete anche nei piccoli cambiamenti giornalieri. Non mostratevi pressanti o preoccupati, non sarà utile né efficace, è uno sguardo diverso quello che vi chiedo: aperto, accogliente, sinceramente curioso e soprattutto amorevole…

Come sempre c’è un ma… data la vastità del pubblico e dato l’anonimato di molti profili, i social nascondono dei pericoli, perciò fatevi raccontare cosa fanno, se hanno conosciuto persone nuove, sia online che dal vivo, e che accade quando si siedono davanti al pc o al telefono, e abbiate un occhio più attento alle piccole variazioni.

Altro rischio che nascondono, forse anche più grave del primo, è la dipendenza e il ritiro sociale che spesso accompagnano un uso eccessivo dei social. Come vi dicevo, spesso svela un disagio precedente a cui prestare moltissima attenzione…

In questi casi, come in tutti in casi in cui “qualcosa non vi torna”… Contattate un professionista che possa aiutare vostro figlio e comprendere cosa si cela dietro i suoi comportamenti.

I colori delle emozioni

I COLORI DELLE EMOZIONI

  di Anna Llenas

edito da Gribaudo

Il nostro percorso attraverso le emozioni è terminato, e perciò è arrivato il momento di parlare di un libro che dà un colore e una forma alle emozioni.

Probabilmente lo avrete già a casa, o lo avrete già visto in libreria o nella scuola di vostro figlio, ha avuto molto successo, per fortuna, e si è dimostrato molto utile per i bimbi.

Nonostante ciò, mi sembra una giusta conclusione per il nostro percorso e mi piacerebbe parlarvi del modo più adeguato per usarlo come strumento nella relazione con il vostro bambino.

Chiedete ad un qualsiasi quattrenne di usare un colore per disegnare la sua rabbia, probabilmente userà il rosso… così spesso usano il blu quando sono tristi o il nero per la paura.

Questa è la forza di questo libro: la semplicità. Potrebbe essere quasi banale affiancare un colore e una scena con un mostro protagonista per descrivere le diverse emozioni, ma non è così.

Abbiamo visto quanto è importante imparare a distinguere le emozioni per parlarne meglio e saperle gestire: questo è proprio l’incipit del libro, un mostro che, aiutato da una bambina, vuole districare il groviglio delle sue emozioni.

Ci preoccupiamo molto di insegnare i diversi colori, le diverse tecniche di pittura, numeri e lettere, ma spesso dimentichiamo di insegnare ai bambini l’alfabeto delle emozioni, per sviluppare la loro intelligenza emotiva, la loro capacità empatica e quindi il loro mondo relazionale.

Questo libro può essere letto con i bambini di tutte le età, c’è anche la versione pop-up per attrarre i più piccolini… Poi, a seconda delle età, decideremo come usarlo:

Con i piccolini sotto i 3 anni possiamo usare il colore puro: un foglio rosso può essere arrabbiatissimo se gli diamo voce, ci giochiamo lo strappiamo insieme… perciò via libera alla vostra creatività e alla vostra capacità interpretativa… quello a cui dovremmo arrivare a quest’età è poter chiedere al bambino “oggi di che colore ti senti?” e poi aiutarlo ad esprimere le sue emozioni a piccoli passi, passando dal colore visivo ed esperienziale alla parola.

Con i bimbi della scuola materna può essere fatto un vero e proprio percorso emozionale, in cui poter parlare dei ricordi legati alle diverse emozioni: episodi legati alla tristezza, alla paura, alla gioia… Provare a mimare una faccia arrabbiata o triste, riconoscere l’emozione di un compagno giocando ad indovinare…

Il disegno adesso può diventare più definito, si può disegnare un luogo o un oggetto che fa paura per poi scoprire che può diventare simpatico o di un colore diverso, oppure la verdura che ci disgusta di più può essere coltivata in un orto scolastico e poi portata a casa con fierezza (scommettiamo che non sarà più così disgustosa???). Adesso le emozioni possono iniziare ad essere incanalate in comportamenti diversi e più gestibili, quindi si può usare un cuscino da stropicciare quando ci si sente rossi di rabbia…

Anche qui via libera alla fantasia di grandi e piccini, e fatevi guidare ovunque loro vi porteranno… il libro sarà uno stimolo, un inizio che vi porterà lontano!

I più grandi, nonostante frequentino la primaria, potrebbero essere arrivati a 8, 9, 10 anni senza avere ricevuto un’adeguata alfabetizzazione emotiva. Non è mai troppo tardi!

Potrebbero leggere il libro e poi articolare storie o immagini per ogni emozione, ricordando episodi passati e paure immaginate. Sono le basi per una vita adolescenziale più consapevole e meno turbolenta.

Insomma avrete capito che è un libro da avere in casa e da riprendere in mano ogni tanto, nel corso di tutta la loro crescita.

E, se avete ancora qualche dubbio, leggete gli articoli delle diverse emozioni sul blog!

La gioia dei bambini

LA GIOIA

Ultima nella nostra carrellata di emozioni, ma non meno importante, troviamo la Gioia!

Vi chiederete che ci può mai essere da sapere o da consigliare quando il mio bambino è felice? Va tutto benissimo quando prova gioia!

Beh non è proprio così…

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA…

La gioia è l’emozione che sentiamo quando c’è qualcosa che è coerente con i nostri bisogni: quando un neonato affamato viene allattato prova gioia, quando un bimbo vede la mamma dopo una giornata a scuola prova gioia, quando otteniamo il lavoro dei nostri sogni proviamo gioia… pensate a tutte le volte in cui avete provato gioia e probabilmente vi verranno molti esempi simili a questi.

Ma c’è un altro tipo di stimoli che generano gioia: conseguire un obiettivo. Arrivare sulla cima di una montagna dopo essersi esercitato molto farà provare gioia ad un alpinista, il conseguimento della laurea dopo molti esami sarà fonte di gioia per il laureando, il primo bacio della ragazza corteggiata genererà gioia…

La gioia è l’unica emozione positiva, è quella che ci permette di riposarci dopo le emozioni negative, è quella che ci predispone ad aprire i nostri orizzonti per esplorare il mondo intorno a noi. Le altre emozioni sono direzionate ad un unico singolo stimolo oggetto di rabbia, tristezza o disgusto o sorpresa, la gioia invece allarga la veduta a tutto l’insieme, ci aiuta ad accogliere le novità e gli altri con atteggiamento aperto e curioso.

Inoltre l’emozione è per sua natura comunicativa, siamo irrimediabilmente attratti da un’espressione come quella della meravigliosa bimba in foto.

Se l’espressione della rabbia e del disgusto allontanano, se la tristezza porta gli altri ad essere empatici e la sorpresa è quasi solo nostra, la gioia no: la gioia porta ad avvicinare gli altri.

È l’emozione che porta a migliori relazioni sociali, ad essere maggiormente supportati dall’ambiente che ci circonda, a creare nuovi rapporti.

C’è un’unica clausola: non si può fingere di gioire… Anche in questi tempi duri in cui abbiamo sempre un paio di mascherine e qualche metro di distanza tra noi e il prossimo, due occhi che sorridono di pura gioia sono inconfondibili.

Ma… c’è un ma…

Bisogna essere educati alla gioia! Ed è qui che entrate in gioco voi genitori…

Ancora una volta la regola più importante è saper provare gioia in prima persona. Per i bambini è importante osservare un genitore in grado di gioire per un traguardo raggiunto o per una sfida superata, e di godere di un giusto riposo dopo e in grado di condividere la gioia con chi gli sta accanto.

Poi ci sono piccole altre attenzioni che possiamo avere…

Non sovraccarichiamo i bambini di impegni e stimoli: non gli permetteremo di apprezzare l’impegno che mette nello sport se fa 3 sport diversi, avere mille bambole non gli permetterà di provare la gioia di giocare con la sua unica bambola preferita. Insomma la gioia si prova nelle pause, e come una bella sinfonia è tale anche grazie alle pause, così quello che facciamo non sarebbe gratificante, bello e gioioso senza il giusto tempo per goderne.

Non focalizziamoci sul risultato, un gol, un bel voto non sono la causa della gioia, o meglio non da soli, ma sono fonte di gioia l’apprezzamento dell’impegno che ci hanno messo.

Quando li vedete felici, non interrompete l’emozione per evitare che si sporchino o che sudino… provate a mettere sui piatti della bilancia un paio di pantaloni strappati con un ginocchio sbucciato e l’espressione di gioia nei loro occhi mentre correva nel parco: sicuri di scegliere il primo piatto???

Inoltre, stiamogli accanto anche durante i fallimenti: li aiuterà a saper godere dei successi, ad apprezzare di essere accolto senza se e senza ma e di essere amato senza condizioni da mamma e papà.

Alla fine… festeggiate, sappiate apprezzare i momenti di gioia insieme e ad esprimerli.

Un’ultima precisazione:

Se notate che non riesce a gioire dei suoi successi, se appena raggiunge un obiettivo è subito alla ricerca di una nuova sfida, se non accetta le gratificazioni e i complimenti, potrebbe essere in ansia, potrebbe nascondere altre emozioni. Se notate che c’è qualcosa che non va, approfondite, anche con l’aiuto di un professionista.

La sessualità in adolescenza

LA SCOPERTA DELLA SESSUALITA’

Gli adolescenti e la sessualità: argomento difficile e delicato e forse è anche un po’ arrogante pensare di affrontarlo in un unico articolo, perciò accenderò un riflettore su questo tema che permetta ai genitori di porsi tante domande e di trovare qualche risposta

La sessualità è fortemente correlata ad una serie di altri temi spinosi in adolescenza:

Il corpo in evoluzione, che cambia rapidamente e che spesso viene vissuto come involucro esterno e non come parte integrante dell’essere.

La scarsa protezione e il fascino del rischio e del proibito.

Le relazioni con i coetanei sentite come totalizzanti, imprescindibili e molto fisiche.

La definizione della personalità, che in adolescenza è anche, se non soprattutto, la definizione dell’identità di genere.

I social, demonizzati dai genitori e adorati dai ragazzi, mostrano una sessualità senza conseguenze, facile da ottenere e che interessa tutti gli altri aspetti della vita sociale.

In pratica, se parliamo del sesso in adolescenza possiamo toccare tutte le sfaccettature di questa fase così delicata.

Perciò, scopo di questo articolo non è definire cosa fare o non fare per gestire al meglio questo aspetto adolescenziale, ma descrivere delle situazioni a cui prestare attenzione, proporre piccoli accorgimenti che potrebbero prevenire conseguenze irreparabili, mostrare come si può rimanere in con-tatto con i vostri figli, anche quando sembrano essere inavvicinabili.

Prima vi faccio un paio di domande… Com’era da bambino o da bambina?

Era la vostra ombra? Era contrario ad ogni tipo di gesto affettuoso? Era poco propenso a mostrare le sue emozioni? O, al contrario, tutti sapevano se fosse triste, arrabbiato o allegro? Qual era la sua emozione principale: rabbia, tristezza, gioia?

Perché queste domande? Perché in adolescenza potrebbero riproporre, nel rapporto con il partner, esattamente le stesse modalità che mostrava da bambino nelle relazioni più intime e significative oppure… esattamente il contrario. Vi faccio un esempio: era scontroso e si cancellava dalla guancia ogni vostro bacio? Potrebbe avere la stessa modalità e quindi essere il bel ragazzo un po’ ombroso della scuola, oppure potrebbe essere il più romantico e affettuoso fidanzato nel privato della sua prima relazione adolescenziale.

Perciò non stupitevi se lo/la incontrate per strada mano nella mano con una ragazza o un ragazzo, e non fatelo sentire in imbarazzo per questo!

La parola d’ordine è AGIRE CON-TATTO: mai deriderlo per degli atteggiamenti affettuosi che origliate mentre è al telefono o in camera sua, mai sminuire crisi di pianto per la fine di una storia, mai fargli scenate perché il nuovo fidanzato proprio non vi va giù!

Dovete aiutarli a crescere, non a restare bambini! Quindi se finalmente esprime le sue emozioni non siate gelosi se con voi non l’ha mai fatto! Se è sempre arrabbiato e vi accorgete che lo è anche con il partner, no sorridete dicendo “è sempre stato scorbutico!” ma aiutatelo a capire come ci si sente dall’altra parte!

E qui scavalliamo nell’argomento Relazioni in adolescenza:

Se siete una coppia genitoriale stabile e pacata e innamorata buon per voi, avrete già fornito tutti gli esempi del caso con le vostre azioni. Ma se c’è stata qualche lite in loro presenza, mostrategli che si può chiedere scusa e riavvicinarsi, mostrategli che anche nella più furente lite il rispetto è imprescindibile. Se siete una coppia di genitori separati non vuol dire che non potete insegnar loro nulla con le vostre azioni: potete mostrare, ad esempio, come finire una relazione senza ferire gratuitamente l’altro, come creare nuove relazioni solide dopo la fine di una relazione importante.

Le relazioni dei vostri figli ripercorreranno le vostre relazioni, o almeno quello che loro pensano siano le vostre relazioni, perciò la parola d’ordine in questo caso è PARLARE CON VERTITA’.

Non sto dicendo che dovrete raccontare loro che problemi ci sono o ci sono stati con il loro padre o madre, anzi, questo proprio non dovete farlo! Quello che intendo è: non fate finta di passarvi il sale con estrema amorevolezza a cena se avete appena avuto una lite apocalittica.

Raccontare con verità a vostro figlio che c’è stato un diverbio, che non andate sempre d’accordo, ma mostrare anche come si può litigare restando in relazione, raccontare il vostro incontro, anche quando siete separati, raccontare delle vostre relazioni adolescenziali, può mostrare uno scenario diverso della vostra vita. Può limitare quel piedistallo su cui hanno messo la coppia genitoriale che sembra sempre felice, oppure può colmare quella fossa in cui avevano seppellito la coppia genitoriale separata, sempre in conflitto, a cui proprio non dover assomigliare.

Raccontare di voi e del vostro passato può contribuire a definire la loro personalità in continua evoluzione, ma non basterà. La loro persona si formerà con tentativi ed errori, esattamente come si è formata la vostra personalità… perciò qui la parola d’ordine è PRESENZA, SENZA SE E SENZA MA.

Vi mostrerete presenti quando sbaglia, quando è nel giusto, quando avrà dei dubbi sulla sua identità di genere, quando inizierà una relazione e quando la finirà. La presenza non è l’invadenza, è discreta, rispettosa, siete lì per lui o lei, non siete lì per voi e per tranquillizzarvi. Non state svolgendo un’indagine né state scrivendo un articolo per una rivista di gossip… aspettate, rispettate i suoi tempi, stategli accanto quando racconta e quando è in silenzio. Se non vi vuole nel suo spazio, ditegli che lo capite, e che quando vorrà voi sarete nella stanza accanto.

Può essere che vostra figlia vi chieda di poter andare dall’estetista anche se il giorno prima giocava con le bambole, può essere che vostro figlio provi a farsi la barba da solo e si tagli ovunque: sta scoprendo il suo corpo, sta cambiando pelle, probabilmente non si piace, probabilmente la motivazione dietro una richiesta di cambiamento è il ragazzo che le piace a scuola, non importa….

Siete ancora il loro specchio, non potete riflettere un’immagine antica del vostro bambino se di fronte avete un adolescente!

Accompagnatela dall’estetista di fiducia, dal barbiere per la prima barba, ancora una volta siate discreti, ma utili e presenti. Probabilmente non vorranno il vostro aiuto, lo scambieranno per una coccola infantile e saranno in imbarazzo, ma accetteranno volentieri una mano da un professionista.

Parola d’ordine: CONOSCERE IL PROPRIO CORPO. Accettarsi è il primo passo per amare quel corpo e non trattarlo male.

Qui entra in gioco un argomento che probabilmente vi imbarazza, oppure che non pensate vi riguardi ancora… La prima forma di sessualità adolescenziale è l’auto-erotismo!

Siete già diventati rossi? Spero di no, non c’è nulla di scabroso!

L’auto erotismo nasce per caso, scoprendo che ci sono parti del corpo che generano un tipo di piacere mai provato prima, poi è importantissima per conoscere cosa le o gli piace, cosa non gradiscono, com’è fatto il loro corpo, quali strane reazioni avvengono… prima di incontrare l’altro bisogna incontrare se stessi…

Probabilmente avete notato che resta più tempo sotto la doccia, o che va a dormire prima del solito: non entrate in bagno o in camera all’improvviso, non è più un bambino! Adesso la parola d’ordine è PRIVACY!

È molto importante lasciare che abbiano un’intimità e degli spazi solo per loro, non stanno commettendo nessun reato, è sano, fisiologico e, soprattutto, inevitabile.

 Avrete pensato che non ho ancora affrontato il tema centrale di questo articolo… non è così!

I social, la tv, internet e in generale tutta la società, ci propongono il sesso ovunque, mentre vendono una marmellata o mentre si presentano su instagram, perciò mi spiace rivelarvi che probabilmente i ragazzi sanno già tutto, forse troppo, sull’argomento. Se così non fosse e comunque per spiegare tutte le conseguenze a cui potrebbero andare incontro, come una maternità precoce e non desiderata o una malattia venerea, potrete contattare il consultorio di zona, potrete comprargli dei libri sull’argomento, potrete parlare loro apertamente: questo dipenderà dalla vostra sensibilità sull’argomento, dal rapporto che avete con i vostri figli, dall’educazione che avete avuto.

L’argomento su cui invece, purtroppo, gli adolescenti del nuovo millennio sono poco preparati e informati sono le relazioni. Una sessualità sana si inserisce all’interno di una relazione sana. Scegliere un partner che rispetterà i propri tempi, che mostrerà delicatezza ed empatia è il punto focale di un approccio sano alla sessualità. Conoscere ed amare il proprio corpo è basilare per non usare la sessualità come mezzo per ribellarsi, per provare l’ebrezza del rischio, che tanto li attira. Sapere che è sostenuto e che sarà accolto in ogni caso, è essenziale perché non si senta solo quando avrà bisogno di ascolto.

Non c’è un’età giusta per la prima volta, però può esserci la persona giusta, il luogo giusto…

Qualche volta andate a cena fuori e avvisateli per tempo, saprete da soli quando doverlo fare! Mostrerà loro che siete attenti, aperti a nuovi scenari sull’argomento, ma che preferite la protezione delle mura domestiche. Soprattutto, sapranno che vi fidate di lui e del vostro essere genitori.

Siete ancora preoccupati?

Se la risposta è sì, gli scenari possibili sono due:

Non avete molta dimestichezza con l’argomento sesso, vi imbarazza e vi preoccupa molto. Probabilmente avete ragione nel preoccuparvi, ma forse no… Parlatene con uno psicoterapeuta che si occupa di adolescenza, vi fornirà gli strumenti giusti per approcciarvi ai vostri figli.

Avete notato comportamenti rischiosi, una sessualità poco autoprotettiva, una scarsa attenzione al proprio corpo e una scelta dei partner poco rassicurante… Contattate un professionista che possa aiutare vostro figlio e comprendere cosa si cela dietro i suoi comportamenti.

Ah ultima precisazione: La vita è fatta per andare avanti, se andasse verso il passato ci sarebbe qualcosa che non va! Vostro figlio, per fortuna, sta crescendo, gioitene!