È NON È
di Marco Berrettoni Carrara
Illustrato da Chiara Carrer
edito da Kalandraka
Oggi vi parlo di un libro a cui tengo molto.
Capiterà a molti bambini di avere compagni di classe speciali, con cui è difficile giocare o chiacchierare. Sono bimbi un po’ complicati da comprendere e perciò può capitare di averne un po’ paura, o che facciano un po’ arrabbiare. Spesso capita che i fratelli di bimbi con disabilità vivano situazioni particolari, ma non esprimono davvero le loro emozioni perché in famiglia c’è già qualcuno di cui occuparsi.
Ho lavorato per molto tempo nel campo della disabilità a scuola, e uno dei problemi più importanti che mi trovavo ad affrontare era proprio il rapporto con gli altri bambini, i cosiddetti “normodotati” (poi…chi è davvero normodotato alzi la mano…).
Il primo falso mito da sfatare è: il rapporto con gli altri bimbi è molto importante per aiutare il bimbo disabile!
Falso! Il rapporto con la disabilità è tanto importante per il bimbo disabile che per i suoi compagni di classe. In ogni classe in cui sia stata ho sempre constatato che i bambini che condividevano la classe con un amico che necessitava di sostegno sviluppavano maggiori capacità empatiche e relazionali rispetto alle classi in cui non era presente nessuna problematica.
Però, c’è un però… Bisogna permettere che le diversità di ogni singolo bambino si incontrino… vi ho già parlato della paura e della rabbia,(http://www.alessandra-simone.it/2020/11/02/le-emozioni-nei-bambini-3/) e quindi sapete molto bene che ciò che non si conosce e non si comprende può far paura e può far arrabbiare, perciò è molto importante che i bambini esprimano le loro emozioni e non siano inibiti dalla frase “devi essere buono con Luigino, perché ha qualche problema”.
NO! È una frase deleteria, inutilmente buonista e molto brutta….
La frase giusta è “proviamo a conoscere insieme Luigino, cerchiamo di capire perché ti fa arrabbiare, o ti fa un po’ paura”
Questo è il libro che vi aiuterà!
“Un’ombra lungo i muri scivola e scompare. Chi è? Un rumore riempie la stanza poi si placa. Cos’è? È un albero? È un cane? È un cavallo? È un’automobile? È un frullatore? […] No… è Sara mia sorella! Lei è così, resta ore immobile, non parla, non ascolta, non guarda, spesso non partecipa a nessun gioco. Viaggia e vaga con i suoi pensieri, non si sa come e nemmeno dove, vive dentro il suo mondo, solamente, da sola…”
Ho letto spesso questo libro nelle classi con i bimbi speciali che visitavo, riesce a cogliere i dubbi e le osservazioni dei bambini, anche quelle che non hanno il coraggio di esprimere a voce alta, ma lo fa con delicatezza e semplicità.
La sorella del bimbo che parla, Sara, è affetta da autismo, a volte urla e graffia, a volte diventa invisibile e silenziosa, insomma è tutto e il contrario di tutto, per questo è difficile da prevedere e da capire!
Sara però è anche capace di abbracci memorabili
Le illustrazioni spiegano, meglio di ogni parola, la reale percezione di un bimbo autistico: a volte si confonde con la carta da parati, a volte urla e non ci fa avvicinare… a volte fa paura e a volte è un enigma o un rebus…
Non ho mai trovato un bimbo che non abbia saputo trovare un modo per comunicare con un compagno affetto da autismo, spesso trovano il gioco giusto con cui potersi avvicinare e si divertono anche, perché i bambini non vedono ciò che manca o ciò che non si sa fare, prendono ciò che c’è, senza sovrastrutture e macchinazioni adulte.
Insegnanti e genitori però sono fondamentali in questo processo: evitare di trasmettere le proprie perplessità e le proprie limitazioni mentali riguardo alla disabilità, non farsi guidare dal buonismo, incoraggiare le strategie che i bimbi escogitano da soli per relazionarsi.
Come al solito fidatevi dei bambini, sapranno cogliere il bello di un’esperienza ricca ed emozionante, e, magari, sapranno insegnarlo anche a voi!
La frase finale è “Sara non somiglia a nessuno. Credi che esistano due pietre, due cani, due foglie o due persone uguali?”
Ognuno di noi è diverso da tutti gli altri, e la diversità è sempre una ricchezza… se sapremo accoglierla.