Gli adolescenti e i bambini sono stati i grandi dimenticati, la didattica a distanza è diventata rituale, la permanenza a casa senza incontrare altri ragazzi consuetudine, l’uso eccessivo dei computer la norma…
La maggior parte delle problematiche psicosociali e psicosomatiche degli adolescenti sono emerse durante quest’anno, le difficoltà legate all’organizzazione domestica, con uno o più figli a casa in DAD, l’adolescenza spesso vissuta a metà, senza quella parte fondamentale di socialità e spensieratezza… Sono tutti elementi che hanno pesato su questa generazione come mai prima.
Quindi che fare?
Per prima cosa, come sempre, parlate con loro…
Chiedete loro cosa pensano di quest’anno passato, come si sentono, come hanno vissuto la scuola e le amicizie… e ascoltate se vi raccontano… Con occhi orecchie e cuore aperti… Se non vi raccontano non mollate subito la presa, va bene così… A volte è più importante che sentano di essere visti, compresi e che sentano che i genitori si interessino a loro, più del racconto in sé.
Lasciate una porta aperta, quando e se vorranno parlarvi lo potranno fare.
Lasciate che i vostri figli vedano in voi l’empatia, l’accoglienza e il supporto che un genitore deve avere, quest’anno più degli altri: voi siete stati gli adulti presenti, fate in modo che sentano la vostra presenza. Riconoscete loro che hanno superato un anno difficilissimo, che voi alla loro età non avete dovuto vivere, e che sono stati bravi, perché hanno continuato ad essere adolescenti in un periodo in cui gli si chiedeva di essere dei robot chiusi in casa, perché non hanno perso la loro umanità, e perché probabilmente, loro si, ne sono usciti migliori….
Se anche accadesse solo questo, non sarebbe un anno sprecato…
Qualche giorno fa un ragazzo, poco più che quattordicenne, mi ha detto di aver voglia di provare cose nuove…
Complice l’inizio della primavera, un bel po’ di ormoni in circolo e un ritrovato senso di benessere dopo un bel pezzo di terapia, aveva di nuovo voglia di fare quello che sapeva fare meglio prima di un po’ di avvenimenti funesti: l’adolescente!
Naturalmente questo mi ha fatto sentire grata e felice per il suo percorso, ma poi ho pensato, mentre provava ad immaginare a voce alta quello che avrebbe provato volentieri, che c’era ben poco di fattibile, causa restrizioni COVID…
Se qualcuno avesse detto alla me quattordicenne di uscire il meno possibile, di evitare baci e abbracci con le mie amiche di allora, di scambiarsi i vestiti, di assaggiare per la prima volta una birra dalla bottiglia del tipo figo del gruppo… se mi avessero detto che non c’erano bar, negozi, nemmeno una gelateria aperti… se mi avessero detto che avrei studiato da casa, insieme a mia sorella più piccola nell’altra stanza e senza incontrare gli altri davanti scuola o fermarsi all’uscita per un po’ (l’unica cosa meravigliosa del liceo)…
Ecco probabilmente sarei stata talmente arrabbiata da rompere svariati oggetti e porte in casa, avrei messo la musica così ad alto volume che si sarebbero lamentati i vicini tutti e i vicini dei vicini…
Ma con i se e con i ma non si dovrebbe mai ragionare…
Di fatto tutto ciò è successo, e sta continuando ad accadere… i ragazzi sono in casa, oppure escono con le mille limitazioni del momento….
Sono bravi, più di quanto immaginiamo noi adulti… Quando ci indigniamo per il gruppetto di ragazzi nel parco sotto casa senza mascherina (l’ho fatto anch’io, ammetto) dovremmo pensare, nei cinque secondi successivi, che alla stessa età abbiamo forse provato a fumare, o siamo saliti su qualche motorino di troppo, o abbiamo attraversato la strada con il walkman (si esisteva questo strano oggetto!) a tutto volume, o chissà in che altro modo ci siamo messi in pericolo…
Certo, compito dei genitori è ricordare sempre di tenere su la mascherina, di rispettare regole e divieti, e di limitare le uscite allo stretto necessario… e di riprenderli se ci accorgiamo che non lo fanno!
MA è altrettanto compito dei genitori, e di tutti gli adulti di una comunità, stupirsi e, perché no, indignarsi per quei ragazzi che sono contenti di stare chiusi in casa, che sono rassegnati alla DAD, che, anzi sono contenti e rassicurati dal non andare a scuola in presenza… PURTROPPO SONO MOLTI DI PIÙ…
Non sto negando l’esistenza del virus, né tanto meno dire che le regole sono ingiuste o esagerate, anzi… è un nemico orribile che si combatte con queste regole…
Ma nella sua ingiustizia ci dovrebbe indurre a riflettere, a ripensare a cosa c’è stato di sbagliato nella scuola, nel mondo adulto, nel modo con cui tutti noi guardiamo gli adolescenti…
Forse la scuola si è piano piano sbilanciata verso il lato prestazionale, lasciando perdere l’attenzione alle relazioni e al rispetto dei tempi di ciascuno studente. Questo ha generato ansia per i voti e i compiti e le interrogazioni, dimenticando la parte umana dell’educazione.
Forse in casa abbiamo dato poco spazio al contatto emotivo, anche se adesso ci lamentiamo solo dell’impossibilità del contatto fisico…
A quanto pare le condizioni per la scuola in presenza non ci sono ancora e l’unico modo di fare scuola è la DAD, perciò i ragazzi devono attenersi a questa modalità…
Ma chiediamo loro come la stanno vivendo, e, se dovessero dirvi che quasi va meglio così, abbiamo il dovere di porci delle domande, di stimolare la loro vitalità naturale, di non liberarli dalla trappola della rassegnazione…
Accettare non è rassegnarsi!
Quando accettiamo vuol dire che abbiamo esercitato un nostro potere di scelta, che abbiamo compreso che rinunciare a qualcosa adesso è necessario per una motivazione più alta e che riguarda la comunità intera.
Quando siamo rassegnati siamo passivi davanti una scelta che qualcuno ha fatto per noi e non riusciamo a vederne il senso generale.
La differenza può sembrare sottile, ma le due condizioni generano sentimenti ben diversi: il primo ci fa sperimentare potenti e autonomi e con un senso di appartenenza, il secondo ci fa soccombere sotto scelte altrui senza nemmeno comprenderle a fondo…
In adolescenza il bisogno di appartenenza è fondamentale, che si sentano parte di una comunità e, quindi, delle sue regole, è bellissimo.
Che all’interno di questa comunità sentano di poter formare un gruppo attivo di ragazzi che pretenda condizioni scolastiche più coerenti e vivibili (mi vien da dire, anche aldilà del covid…), che chieda meno profitto e più attenzione all’umanità, è meraviglioso…
La prossima volta che vedete dei ragazzi con la mascherina abbassata, in assembramento, stateci a debita distanza, sgridateli se ne siete i genitori, ma, sotto la mascherina accennate un sorriso per quella vita che scalpita ancora per potersi guardare a volto scoperto, tenersi per mano e dare il primo bacio…
Come questi tratti connotativi dell’adolescenza interagiscono con un evento così sconvolgente come la malattia di un genitore?
Come possiamo fare in modo che quello che sta accadendo nella vostra famiglia non modifichi in modo irreparabile il fisiologico percorso di questa delicata fase di vita?
Come sempre cercate prima di tutto di comprendere cosa vi sta accadendo, di metabolizzare la notizia e di capire quale sarà il possibile decorso della malattia: per parlare e rassicurare vostro figlio bisogna aver superato il primo shock della notizia.
Ora che sapete cosa vi capiterà e quali sono le possibili prognosi o l’eventuale decorso potete affrontare il vostro ragazzo.
Prima regola: chiarezza.
Le mezze frasi, le parole non dette, le “generiche” visite dal medico fanno intendere che c’è qualcosa che non va, ma non esplicitano cosa non va! E, come spesso accade, il mondo immaginato è più spaventoso del reale.
Perciò prendete vostro figlio da parte e con calma e fermezza spiegategli cosa vi sta accadendo, spiegate come avete deciso di muovervi in accordo con i medici che vi stanno seguendo, cosa accadrà nel breve periodo, come e se proseguirete il lavoro, e, soprattutto, cosa cambierà nella vita familiare.
Sono in grado di comprendere tutto ciò che spiegherete loro…sapervi in buone mani e con un’idea chiara del percorso che affronterete li rassicurerà.
Seconda regola: sincerità e condivisione.
Siate sinceri, dite loro che anche per voi è stata una notizia difficile, che avete avuto paura, ma che avete deciso di affidarvi a medici e strutture che sapranno aiutarvi al meglio.
Condividete con loro le emozioni contrastanti che sentite, probabilmente le stanno sentendo anche loro mentre gli parlate… Impareranno che si può parlare di emozioni, che è lecito aver paura o essere arrabbiati.
Gli adolescenti sono meno propensi dei più piccoli a raccontare di aver paura che potreste non superare la malattia, perciò parlatene voi, chiedete…
Terza regola: lasciate che vivano la loro adolescenza.
Adolescenza vuol dire liti con i genitori, spesso anche molto forti, vuol dire cercare in tutti i modi di volar via dal nido, vuol dire intaccare in ogni modo possibile il ruolo genitoriale…
Può capitare che un genitore con una malattia renda tutto un po’ ovattato: potrebbero avere sensi di colpa dopo una lite accesa, oppure uscire di casa il meno possibile per paura di perdere momenti preziosi, oppure diventare iperesponsabili, occupandosi della casa o dei fratelli minori più di quanto si dovrebbe fare alla loro età…
Non lasciate che questo accada… dite loro in modo chiaro e fermo che va bene discutere per un’ora in più sul coprifuoco, che va bene passare una notte a casa della migliore amica, che non devono sostituirsi a voi in casa, ma solo fare la loro parte…
Il messaggio che deve passare è che la malattia ha intaccato le vostre energie fisiche, ma non la vostra potenza genitoriale!
Quarta regola: restate genitori.
Ogni tanto durante la giornata guardatevi allo specchio: questa è l’immagine che i vostri figli hanno davanti quando vi guardano.
Perciò curate sempre il vostro aspetto, anche durante i periodi più bui: comunicherete ai vostri ragazzi che sono molto importanti per voi e che volete apparire al meglio per loro.
Non siate “più buoni” perché “stanno già affrontando un periodo complicato…”: rischiate solo di metterli nel ruolo di vittime; hanno bisogno di scontrarsi con voi, di costruire la propria autonomia, di essere contenuti, e questo passa anche per le regole e i richiami che voi darete loro.
Riposate quando ne sentite il bisogno, non sforzatevi di restare superattivi per stare vicino a loro: gli darete un grande insegnamento, è importante prendersi cura di se stessi, è importante ascoltare il proprio corpo e rispettarne i bisogni…
Quinta regola: osservate e ascoltate.
Cercate quello che è nascosto sotto la superficie! Potrebbero provare rabbia, per quello che sta capitando a voi, o perché sentono di essere diversi dai loro coetanei, oppure perché sono combattuti tra lo starvi accanto il più possibile e l’esplorare il mondo in autonomia; potrebbero provare tristezza perché non vedono più il genitore che eravate prima della malattia, oppure potrebbero provare paura perché non sanno cosa vi accadrà…
Ma… potrebbero nascondere tutte queste emozioni…
Perciò potrebbero apparire freddi, distaccati, senza emozioni: non fatevi ingannare, le hanno solo nascoste… perciò il vostro compito è farle emergere per poterne parlare insieme.
Sesta regola: date importanza al corpo.
Per quanto riguarda il corpo potrei dire che state affrontando una fase simile: una trasformazione… L’adolescente si trova in un corpo in trasformazione che non sempre riconosce come proprio e che spesso non gli piace. Il genitore ammalato si trova in un corpo che ha subito un danno e che sta cercando di trasformare grazie alle cure e che non sempre gli piace…
Parlate del corpo, di come è strano sentirsi in un corpo che non risponde sempre a quello che gli chiediamo. Rassicurateli sulla malattia, non verrà il cancro anche a loro! Ma devono imparare a prendersene cura…
settima regola: siete una famiglia!
Non siete soli in questo percorso: il partner può essere fondamentale per fare da ponte tra l’affrontare la malattia e il mondo com’era prima della malattia; i nonni, gli zii, gli amici… tutti possono esservi d’aiuto, per sostenere voi, per parlare con i ragazzi (con un altro adulto può essere più semplice dire che si è arrabbiati perché non siete andati ad assistere alla loro ultima partita di calcio a causa della malattia).
Anche i familiari o gli amici meno empatici potrebbero essere felici di aiutarvi nell’alleggerirvi di qualche incombensa e quindi di non dare ulteriori impegni all’adolescente.
Ottava regola (la più importante!): Fatevi sostenere!
In quasi tutte le strutture che si occupano di malati oncologici esiste una figura per il sostegno psicologico per il malato e per i familiari, chiedete un incontro!
Le professoresse dovrebbero essere informate, per comprendere meglio eventuali cambiamenti dei ragazzi e comunicarveli tempestivamente.
Uno psicoterapeuta potrebbe aiutare i ragazzi ad esprimere le loro emozioni, a distinguerle e ad affrontarle, senza sensi di colpa o comportamenti disfunzionali.
Per ultimo: Grazie e scusa.
Imparate a chiedere grazie e scusa e lo insegnerete ai vostri figli.
La malattia insegna che non siamo eterni e che la nostra vita può subire degli scossoni non indifferenti, facciamoci trovare in pari con i grazie e con le scuse, permettiamo ai ragazzi a fare altrettanto.
Inizio con una cruda verità: non vi renderanno facile nulla!!
Per gli adolescenti lo spazio è identità:
La loro stanza contiene tutto ciò che ritengono sia necessario è indispensabile per vivere: il mega computer per i videogiochi, il poster del cantante preferito, il biglietto della migliore amica sul comodino… ogni angolo, ogni oggetto, ogni cosa presente è stata messa lì per definirsi.
Il loro quartiere contiene tutto ciò di cui hanno bisogno per gestire la tanto agognata autonomia: gli amici a portata di isolato, il punto d’incontro del gruppo in cui trovare sempre qualcuno, il Mc Donald’s, la palestra e tutto il necessario per fare a meno dei malefici genitori…
Un giorno prenderete il vostro ragazzo o la vostra ragazza da parte e comunicherete che a breve traslocherete…
SBAM!! La porta sbattuta è il minimo sindacale che dovrete accettare…
Vanno nella loro stanza, provano rabbia e tristezza e paura probabilmente. Iniziano a pensare che la loro vita sparirà di colpo: inizieranno ad immaginare addii memorabili ad amici e alle prime cotte, inizieranno a immaginare il luogo in cui andrete ad abitare (non importa quale sarà…) come orribile, con amici antipatici e scuole difficilissime e una stanza brutta e spoglia…
Per il momento non potete far nulla, lasciateli stare per un po’, dite solo che, quando se la sentiranno, ci tenete a parlare con loro. Lasciate che immaginino lo scenario più orribile che esista…
Quando riappariranno per cena, raccontate qualcosa in più: che anche per voi sarà difficile lasciare quella casa, che avete passato dei bei momenti lì dentro e che cambiare è sempre un po’ faticoso.
Spiegate i motivi del trasloco, senza dare troppo spazio alla possibilità di restare nella vecchia casa: troverebbero ogni minima obiezione al trasloco e la discussione si trasformerebbe in un inutile dibattito politico. Spiegate che è stato necessario cambiare lavoro e quindi città o quartiere, oppure che la casa in cui siete non soddisfa più le vostre necessità e cercherete una casa più grande, ecc… siate sinceri e non troppo prolissi, poche semplici indicazioni basteranno. Mostrate loro, senza troppo entusiasmo (che striderebbe con la loro tristezza), i vantaggi che potrebbero riguardarlo: un nuovo lavoro, magari con uno stipendio più alto, potrebbe permettere maggiori possibilità di shopping, più comodità; una casa più grande potrebbe finalmente portare ad avere la stanzetta lontana dai fratelli tanto desiderata… Spiegate che non state indorando la pillola, ma chiedete solo di considerare anche questi aspetti… la loro mente farà il resto e inizieranno a dare delle sfumature a tutto quel nero che vedono adesso.
La ricerca della casa:
A differenza dei più piccoli, non sarà semplice farvi accompagnare a visionare i possibili immobili, detesteranno ogni cosa che ricorderà il cambiamento… però, c’è un però: è la generazione più digitalizzata mai esistita, chiedete loro di fare delle ricerche sul quartiere, sulle possibili scuole, sui possibili sport presenti… naturalmente a tempo perso, potranno anche cercare qualche annuncio che piace a loro e proporvelo, sarete felici di andare a vederlo… non forzateli, non arrabbiatevi se non faranno nulla di tutto ciò, siate molto grati se lo faranno… è una possibilità, se la colgono meglio per tutti, se no si passa al punto successivo.
La scelta della casa:
Se non vi hanno voluto aiutare, se non ne hanno voluto sapere nulla, va bene… ma la casa è stata scelta!
Come comunicarlo a loro? Raccontate i perché dietro la scelta, raccontate in che modo avete pensato a loro: ad esempio, avete scelto la casa più vicina alla loro scuola, oppure la casa con la stanza per loro più grande o più luminosa, oppure quella più vicina alla metro, in modo che possano andare da soli in centro… ecc…
Spiegate cosa accadrà adesso: lascerete che finiranno l’anno scolastico e poi vi trasferirete, oppure c’è una data precisa in cui dover lasciare la vecchia casa e quindi spiegate loro come pensate di agire rispetto alla scuola e i professori. Prendete l’impegno solenne di fare qualche sacrificio iniziale per accompagnarli dai loro amici nel vecchio quartiere e con quale cadenza questo sarà possibile…
Siate pratici e concreti, non aspettatevi ringraziamenti o cambiamenti di umore in positivo.
L’arredamento
Chiedete loro di scegliere insieme il mobilio, il colore delle pareti, delle tende… oppure di inviarvi qualche link con quello che piacerebbe a loro. Se non vorranno partecipare, fate un respiro profondo, contate fino a dieci e comunque chiedete il loro parere prima di qualsiasi cosa sceglierete di mettere nella loro stanza… Capirete la differenza tra un no schifato e perentorio e un nopossibilista, detto solo per protesta…
Il trasloco…
Date loro un tempo entro il quale dover imballare tutto, chiedete se vogliono inscatolare le loro cose da soli o se vogliono un aiuto o se preferiscono che lo facciate voi… non chiedete di buttare via nulla, non è il momento… si porterebbero via le pareti se potessero!
Nella nuova casa…
Fate fare a loro! Segnate i suoi scatoloni e lasciateli nella loro stanza… Ci vorranno mesi per togliere tutto, ma pian piano cercheranno quello che serve e lo posizioneranno nel luogo che è più congeniale a loro. CI sarà qualche urlo ogni volta che non troveranno qualcosa o che “la vecchia camera era più comoda!”… Va bene così…
La nuova scuola, il nuovo quartiere, la nuova città…
Se possibile chiedete ai genitori di qualche loro amico stretto del vecchio quartiere di “prestarvelo” per un week end… sarà più semplice andare ad esplorare la zona con una persona già conosciuta e fidata… e magari inizierà a conoscere qualcun di nuovo… Parlate spesso con i professori, cercate di capire come si rapporta nella nuova scuola, parlate con i ragazzi… ribadite che anche per voi è un po’ complicato riadattarsi ed è lecito essere arrabbiato o tristi o spaventati… offritevi di accompagnarlo dai vecchi amici quando potete. Concedete qualche libertà in più e qualche regalo in più…
È un’esperienza delicatissima in questa fascia d’età…
Troverete facilmente studi sull’incidenza di patologie mentali dopo un trasloco in adolescenza, e scoprirete sulla vostra pelle quanto possono essere duri e insopportabili i vostri figli. Perciò è una decisione che va prese ponderando bene ogni alternativa e solo se proprio necessaria, quando i ragazzi hanno tra gli 11 e i 19 anni…
Detto ciò con enorme pazienza e autocontrollo sarà possibile uscirne dopo parecchio tempo…
Se notate un eccessivo isolamento sociale, oppure un’espressione della rabbia eccessiva e pericolosa, come sempre, rivolgetevi ad un professionista, saprà darvi qualche dritta sul gestire meglio la situazione e saprà ascoltare e accogliere le emozioni in subbuglio dei ragazzi…
Con questo libro anticipo un po’ l’argomento del prossimo articolo: Adolescenti e trasloco
Stella ha 11 anni, le piace molto il suo quartiere, dove ha le sue amiche e il suo amore, Massimiliano.
Un giorno i suoi genitori scombinano tutti i suoi piani decidendo di trasferirsi…
Nessuno si preoccupa di chiederle un’opinione.
Per Stella la nostalgia diventa sempre più grande, la pallavolo, le amicizie e il primo batticuore.
Insieme alla nostalgia però cresce anche tanta, ma tanta rabbia per questa ingiustizia, subita da quei due egoisti di mamma e papà!
Stella decide di “scioperare”: niente più baci o coccole, nessun aiuto in casa, nulla di nulla!
Ma per fortuna ci sono le nonne! La nonna Stefania la sosterrà e rassicurerà e poi un nuovo amico, Paolino le farà vedere il nuovo quartiere con occhi diversi.
Per gli adolescenti l’amicizia è importante… i luoghi sono importanti… si arrabbiano facilmente… un trasloco potrebbe essere una bomba ad orologeria da cui sarà difficile riprendersi!
Iniziate a regalare un libro in cui possano rispecchiarsi e attraverso il quale comprendere i loro sentimenti…
Se nell’articolo “MAMMA E PAPÀ SI SEPARANO” abbiamo visto la separazione dal punto di vista dei bambini, oggi il punto di vista, molto diverso, è quello degli adolescenti di casa…
Le regole e le modalità con cui si affrontano le diverse fasi della separazione sono le stesse, qualsiasi fascia d’età abbiano i minori di casa… perciò vale sempre:
Comportarsi da adulti responsabili;
ricordarsi che siete e sarete sempre genitori di quel ragazzo, anche se non siete più una coppia, perciò l’obiettivo delle scelte educative deve essere vostro figlio, non un sentimento di ripicca verso l’ex partner;
non fingere e non mentire, che non significa raccontare tutto, per filo e per segno, dei problemi di coppia che hanno portato al divorzio, ma vuol dire che se in casa la tensione si taglia col coltello e se c’è una separazione in atto, i ragazzi hanno diritto a sapere cosa sta accadendo;
volgere lo sguardo oltre voi stessi e osservate i vostri figli: ricordate di non concentrarvi solo su di voi e i vostri problemi, anche i ragazzi stanno attraversando un momento difficilissimo per loro, non siate egocentrici!
Ma queste sono regole OVVIE E SCONTATE, non era nemmeno necessario che ve le ripetessi… VERO??
Perciò, cosa c’è da sapere in più, quando in casa ci sono degli adolescenti?
Gli adolescenti si sentono coinvolti direttamente e, spesso, attivamente nel processo di separazione, dalle prime avvisaglie di crisi alla costituzione del nuovo assetto familiare.
Rispetto ai più piccoli, i ragazzi sono molto più consapevoli delle dinamiche di coppia, e potrebbero farsi un’idea personale (e non sempre veritiera) su chi sia il genitore responsabile della decisione finale, e, perciò, potrebbero schierarsi con l’uno o con l’altro, privandosi dell’affetto di mamma o papà.
Inoltre spesso in presenza di bambini riusciamo ad avere un’accortezza maggiore, perché… sono bambini. Gli adolescenti, a volte, ci inducono a pensare di essere in presenza di “quasi adulti”, quindi non calibriamo bene le parole, non evitiamo sfoghi e racconti soggettivi, li trattiamo più da amici che da figli. Inoltre il loro essere “grandi” ci porta a chiedere loro di comportarsi come tali, per evitarci ulteriori problemi e grattacapo…
Quindi è INDISPENSABILE tenere a mente che NON SONO ADULTI, NON SONO DEI NOSTRI AMICI, ma NON SONO PIÙ BAMBINI…
La separazione dei genitori, purtroppo, fa crescere molto più in fretta, perciò c’è bisogno di focalizzare continuamente l’attenzione sull’età del ragazzo che abbiamo davanti e valutare bene le nostre parole, perché le parole hanno un peso…
Permettiamo loro di vivere l’adolescenza sbagliando e facendoci preoccupare: non è colpa né responsabilità loro, né tanto meno una loro scelta se le cose tra voi non sono andate come speravate, perciò hanno diritto a vivere i loro sbagli e ad avervi accanto, così come è un vostro dovere avere la giusta attenzione nei loro confronti… siete e resterete sempre i loro genitori, comportatevi come tali!
Prestate attenzione a:
Non svalutarvi a vicenda.
L’adolescenza è la fase in cui si costruisce il proprio sé adulto e, nonostante quello che possono urlarvi contro, i loro adulti di riferimento siete voi, ed ogni frase che pronunciate costruisce un mattoncino della loro futura personalità… perciò ascoltare dalla mamma che il papà è un buono a nulla, oppure un traditore seriale, o un bugiardo, potrebbe minare l’autostima dei ragazzi e la fiducia nell’altro sesso nelle ragazze; così come ascoltare il papà che descrive la mamma come controllante, petulante o traditrice, potrebbe portare le ragazze a dubitare del loro diventare donna e i ragazzi a svalutare la figura femminile. Perciò non svalutate l’altro genitore, non fa bene a voi e fa molto male ai ragazzi.
Mantenete una comunicazione genitoriale attenta e civile.
In adolescenza, si sa, si sgomita per ottenere maggiore libertà, c’è una maggiore possibilità di assumere comportamenti rischiosi, e spesso la scuola è l’ultimo dei loro problemi… se c’è uno spazio vuoto tra voi genitori sarà più probabile che perdiate il controllo della situazione: se ha un orario in cui tornare a casa, deve essere lo stesso da mamma e da papà, se avete saputo che ha preso un’insufficienza a scuola, è importante comunicarlo all’altro genitore e così via… Devono sapere comunque di avere una rete solida e contenitiva intorno, senza buchi comunicativi.
Le regole restano.
Non abbandonate le regole prefissate perché “stanno vivendo un periodo difficile”, o peggio per fare in modo che scelga di restare a casa del genitore più permissivo. Le regole sono importanti per la crescita sana e per la loro sicurezza, tenetelo sempre a mente.
Il rispetto sempre e comunque.
Non permettete che al primo litigio vi urli contro frasi che riguardano aspetti della separazione che vi feriscono: se dovesse accadere restate saldi contenete l’exploit. A mente fredda farà più male a lui, e potrete parlarne meglio. Ma questa è l’età in cui devono imparare che esistono delle conseguenze alle loro parole, e che le parole sono macigni che colpiscono… e potreste essere proprio voi e proprio questa occasione dolorosa ad insegnarglielo. Raccontate loro che vi siete sentite feriti dalle sue parole e dite con fermezza che non tollererete altre mancanze di rispetto simili, se lo ritenere opportuno potrete decidere una punizione. Ricordate però che se esigete rispetto dovrete dare rispetto: rispetto tra voi genitori ma anche rispetto per la sofferenza e per il disagio che sta provando in questo momento.
La routine, i luoghi e le amicizie sono vitali in questa fase: tenetene conto.
Gli adolescenti sono radicati al territorio, hanno i loro amici, che vedono dopo scuola, hanno i loro luoghi di ritrovo e i loro tempi, perciò potrebbero prendere molto male il dover passare il week end dall’altra parte della città… non prendetela sul personale, piuttosto fate voi dei sacrifici se volete passare del tempo con loro. Se possibile, scegliete la nuova casa vicino a quella in cui risiederà il ragazzo prevalentemente; predisponete i vostri incontri concordandoli con i ragazzi, in modo che non si sovrappongano ad amici e hobby; fate in modo che anche nella casa in cui passa minor tempo abbia il suo spazio privato, i suoi devices e tutto quello che gli servirà per considerare anche quella “casa sua”.
Parlate con loro.
Parlate francamente, raccontate che siete dispiaciuti per quello che sta accadendo e scusatevi per il periodo che stanno attraversando. Non è uno sfogo, e non è necessario raccontare gli sbagli del partner e nemmeno i propri per filo e per segno… Tenete a mente l’obiettivo di ogni vostra frase. Con le vostre parole potreste evitare che siano spaventati dall’avere una relazione in futuro, che soffrano in silenzio nella loro stanza, potreste restituire loro la figura materna o paterna che hanno messo in dubbio. Le vostre parole sono potenti perciò pensate sempre prima di pronunciarle.
Ascoltateli.
Ascoltate le loro emozioni, la loro rabbia, la loro tristezza… ma ascoltate anche i loro silenzi e osservate i loro comportamenti… Spesso durante una separazione i genitori sono travolti dalle loro emozioni, dagli avvenimenti e dalle questioni burocratiche, pratiche e legali… e, a volte, perdono di vista i figli. Fate in modo che ciò non accada.
Chiedete aiuto.
Ultimo punto, ma non per importanza riguarda proprio il saper chiedere aiuto. Per voi, per i vostri figli, per avere uno sguardo diverso… è un momento molto difficile per una famiglia, intervenire per tempo aiuterà tutti, e specialmente i ragazzi, ad affrontare la rabbia e il dolore e la paura senza ripercussioni sul loro futuro. Se notate problemi a scuola o una differenza di comportamenti, o se sentite di aver bisogno di un sostegno per affrontare questa nuova genitorialità post separazione, non aspettate troppo e chiedete aiuto, riceverete gli strumenti per ritrovare un equilibrio nuovo…
ADOLESCENTI ISTRUZIONI PER L’USOFRATELLI E SORELLE
Abbiamo già affrontato nell’articolo “QUANDO NASCE UN FRATELLINO” come gestire il rapporto tra fratelli già dagli albori della gravidanza, ma cosa succede quando arriva l’adolescenza?
Probabilmente solo una piccolissima percentuale di adolescenti avrebbe scelto suo fratello come amico se fossero stati separati alla nascita…
Questo è il primo importante punto che i genitori devono avere sempre in mente: non è detto che avere gli stessi geni, la stessa famiglia o vivere nella stessa casa fa di due persone due amici, né due complici, né due persone che collaboreranno pacificamente… ne fa solo due fratelli o sorelle…
Perciò non usate frasi come “dovete andare d’accordo perché siete fratelli” non c’è nulla di più falso o più pretenzioso.
Sono nati in due momenti familiari diversi; gli stessi genitori sono sicuramente cambiati, più consapevoli e rilassati con il secondo figlio e più inesperti e ansiosi con il primo, probabilmente; il ruolo, universalmente riconosciuto, di primogenito o secondogenito, comporta aspettative diverse e relazioni differenti; per non parlare delle differenti percezioni che si hanno se i fratelli non sono dello stesso sesso… insomma le variabili sono molteplici, a volte sono vissuti in case diverse, a volte il primo figlio ha goduto di una famiglia unita che il secondo non ha nemmeno avuto il tempo di vedere, oppure il primo ha sentito i nonni partecipi nella sua educazione e i secondo non li ha nemmeno conosciuti…
Come pretendere che le storie così diverse creino due persone uguali?
Non è un caso che fin dalla notte dei tempi, in ogni cultura ci siano storie e leggende su conflitti tra fratelli, anche brutali, da Caino e Abele, a Romolo e Remo e così via fio ai nostri giorni…
Spesso le leggende mettono in evidenza e amplificano quello che è nascosto in ogni fratello e sorella: la rivalità!
Dalla nascita di un secondogenito in poi c’è un rivale con cui si sente di dover lottare per l’ambito premio: le attenzioni esclusive e l’amore illimitato di mamma e papà.
Certo, per fortuna, i casi di violenza agita sono sporadici, ma una certa dose di aggressività esiste sin dall’infanzia.
Cosa fare quindi?
Prima di tutto non aspettarsi il contrario, riconoscere che può esistere la gelosia, la rivalità e una certa dose di diffidenza tra i figli è il primo passo per pacificarsi come genitori: non avete fatto nulla di sbagliato, è la natura delle cose…
Detto ciò ci sono piccole grandi azioni che permetteranno alla famiglia di vivere un po’ più serenamente.
Non ruolizzate più del dovuto
Le famiglie ruolizzano, si sa, “il grande è più forte”, “il piccolo sa il fatto suo, è più furbo”, “il maggiore è più responsabile”, “la seconda è più sbadata”, e così via… piano piano queste frasi definiscono dei caratteri da cui difficilmente si può venir fuori. Quindi il fratello più forte difficilmente sentirà di poter mostrare delle fragilità, oppure il piccolo che sa il fatto suo difficilmente potrà mostrare le sue qualità alla luce del sole, senza furbizia, o il più responsabile sentirà di non poter venir meno ai suoi doveri, a costo di metter da parte le sue passioni o il suo divertimento, la più sbadata non sentirà mai di poter prendersi l’impegno della sua vita, riuscendo ad emergere… Riflettete: che ruolo hanno i diversi figli nella vostra famiglia? Quindi cercate di portare alla luce “la parte nascosta della luna”, concedete dei momenti di debolezza a chi mostra solo forza, affidate una responsabilità e fidatevi di chi è più sbadato, allo stesso tempo sgravate il più responsabile dal peso dei suoi doveri…
Non esiste un figlio più problematico dell’altro
Per ogni su c’è sempre un giù… per ogni men c’è sempre un più. Così cantava Mago Merlino nel film La spada nella roccia… Per ogni figlio definito problematico ci sono due genitori che danno molte meno attenzioni all’altro figlio; per ogni figlio con reali e diagnosticati problemi fisici o genetici, c’è un fratello che ha imparato molto (forse troppo) presto a prendersi cura degli altri, a chiudere un occhio su qualche ingiustizia, a evitare il più possibile di chiedere… è difficile, lo so, ma cercate il più possibile di dare le giuste attenzioni anche all’altro figlio, quello che sembra non dare mai problemi, quello che, dal punto di vista medico, è più fortunato perché non ha nessuna diagnosi; qualche volta il papà può occuparsi di un fratello e la mamma può concedere uno spazio e un tempo dedicato solo all’altro; qualche volta al figlio che ha imparato a curare se stesso e anche suo fratello può essere concessa una gratificazione in più, riconoscendo gli sforzi e premiando le sue capacità. I figli spesso sono due facce della stessa moneta, non occupatevi solo della faccia più esposta…
Non intervenite al primo grido
Litigano, si tirano calci e pugni o capelli… si strappano vestiti, si sentono porte sbattute e urla… difficile lasciar perdere, ma cercate di farlo fino al punto massimo di tolleranza. Quando ci sono queste scene in casa dovete immaginare quei documentari di Quark in cui i cuccioli di leone nella savana si rotolano, si mordono, si azzuffano, spesso c’è del sangue in quelle scene, ringhiano e mostrano i canini appena spuntati, non sono dei battibecchi carini e teneri tra peluches! Così come i cuccioli di leone, i vostri figli stanno definendo il loro spazio nel mondo, stanno prendendo le misure del proprio corpo, di quanto la loro aggressività può essere agita nella realtà senza gravi conseguenze: l’importanza principale dei fratelli è proprio l’opportunità di percepirsi potenzialmente aggressivi e di comprendere dove e quando fermarsi. Se intervenite al primo urlo, non saprete mai la prossima volta, in cui magari non sarete presenti, se sapranno fermarsi in tempo… Potreste difendere uno dei due, che potrebbe imparare che nella vita non può farcela da solo, avrà bisogno di essere difeso sempre, oppure l’altro potrà percepirsi come “cattivo” ma molto più potente dell’altro… insomma intervenendo sporcate un equilibrio che ha bisogno di definirsi da solo per poter diventare sempre più stabile.
Create spazi diversi e tempi diversi per persone diverse
Non è necessario avere due stanze, basta una striscia di nastro adesivo e due colori di parete differenti e un paravento per definire e separare i due mondi. Non è indispensabile che entrambi abbiano l’opportunità di fare sport, se uno dei due ama giocare a scacchi nel tempo libero… Concedete attenzioni diverse per le varie esigenze… Non sempre la frase “ho fatto le cose uguali” ha senso se si parla di fratelli… ci saranno periodi e momenti in cui uno dei due avrà bisogno di più attenzioni e di più sostegno, cambierà e la prossima volta toccherà all’altro godere di maggiore presenza… l’importante è non far diventare un periodo passeggero la regola che definisce un figlio o un altro.
Insegnate il rispetto
Non devono volersi bene, non devono essere complici, non devono condividere attività o spazi privati, ma devono portare il giusto rispetto all’altro! Bloccate sul nascere frasi particolarmente aggressive e sleali; se uno dei due sta studiando l’altro non potrà ascoltare la musica a tutto volume; non saranno amici, ma sono coinquilini… perciò scrivete insieme a loro poche semplici regole su cui non sarà consentito chiudere un occhio…
Abbiate pazienza
È vero, non si sono scelti, sono diversi e non è scritto da nessuna parte che si ameranno, ma col tempo impareranno ad apprezzare l’idea che hanno le stesse radici, hanno condiviso delle esperienze affini, che hanno avuto un tempo in cui si sono nutriti alla stessa tavola. C’è una sorta di patto implicito: se uno dei due vacilla difficilmente l’altro lo lascerà cadere senza nemmeno voltarsi… puntate su questo, è l’unico obiettivo realistico che potrete raggiungere….
La parola adolescente deriva dal latino: adolescens participio presente di adolescere composto da ad rafforzativo e alere nutrire. Che si sta nutrendo.
Non è solo una questione anagrafica, è una fase che tutti riattraversiamo quando ci stiamo nutrendo, quando siamo in evoluzione, quando da bozzolo stiamo per sbocciare in farfalla.
Perché vi racconto questa noia mortale sull’origine della parola? Perché mi serviva per chiedervi:
Di cosa vi state nutrendo?
Il mondo è cambiato parecchio quest’anno, vi chiamano la generazione del covid, quella con le scuole chiuse, quella delle videochiamate e delle videolezioni, quelli i cui sorrisi sono stati coperti dalle mascherine.
Come sempre accade nei periodi difficili, ai ragazzi viene chiesto di crescere più in fretta, e così è stato fatto anche con voi, solo che non vi è stato chiesto di partecipare ad una guerra, ma di restare a casa il più possibile… Ma come in ogni crisi che si rispetta il cibo scarseggia… perciò vi chiedo:
Di cosa vi siete nutriti questi mesi?
Di cosa desiderate nutrirvi nei prossimi mesi?
Non prendetele come domande banali o di semplice risposta, datevi qualche minuto per rifletterci su…
Ogni scelta, ogni successo e ogni fallimento vissuto in adolescenza plasmeranno l’adulto che diventerete.
Questo non significa che non avrete modo di sbagliare, o che non ci sia altra via d’uscita per voi, al contrario…
Siete nell’età delle POSSIBILITA’, avete davanti a voi mille strade da percorrere, e se vi batterà il cuore mentre ne percorrete una sarete sulla strada giusta, se vi sembrerà di non aver preso il sentiero che più fa per voi, avrete il potere di cambiare percorso.
L’unica domanda che avrete da farvi deve essere: “è cibo buono per me?”
Nell’ultimo anno, gli adulti non vi hanno reso semplice trovare del buon cibo, i giorni sembrano ripetersi senza mai mostrare la carta dell’imprevisto, gli unici scenari a vostra disposizione sono la casa e qualche strada o parco del quartiere, ma solo in determinati giorni… cinema, arte, musica e sport sono tutti entrati nella vostra vita solo virtualmente, togliendo la necessità di sperimentarsi, mettersi in gioco in prima persona.
Tra poco chi di voi frequenta la terza media dovrà scegliere quale scuola superiore frequentare il prossimo anno, con open day online, colloqui online e dopo un anno di didattica a distanza…
Chi tra voi è al primo anno di scuola superiore ha frequentato solo un paio di settimane in presenza, quindi non ha potuto nemmeno annusare la nuova esperienza, né creare amicizie o rapporti con i prof…
Molti di voi hanno dovuto assistere a genitori rimasti all’improvviso senza lavoro, o con uno stipendio inferiore.
Insomma non c’è molta voglia di nutrimento, vi è stato chiesto molto e vi è stato dato in cambio molto poco.
Quindi? Non c’è nulla da fare?
No, questo mai!
Trovate il vostro cibo preferito e nutritevi: leggete, disegnate, suonate, inventate, cucinate… trovate la vostra stella e seguitela… mettetevi alla prova senza uno schermo tra voi e il mondo!
Vi può sembrare che lo schermo vi protegga dal mondo, da una brutta figura in classe davanti a tutti, dal dover parlare col compagno più antipatico, dai prof che non possono vedere cosa fate fuori dall’inquadratura… anche dai genitori che non possono più sgridarvi per le troppe ore passate al computer…
Ma ne siete sicuri?
Ogni prova da superare vi dà una possibilità in più per fare nuove scoperte sul mondo, su ciò che preferite, su ciò che vi piace e non vi piace, su quale sia la vostra strada e quale proprio non fa per voi…. Non rinunciate a queste possibilità!
Non siate passivi di fronte a tutto quello che vi sta riguardando, vi hanno chiesto di mettere una mascherina, non permettete che vi si impedisca di parlare nonostante questa; vi è stato chiesto di restare a casa da scuola, non restate a casa anche dalla scuola della vita; il virus esiste ed è pericoloso, ma una mente annebbiata e il sentirsi senza risorse o possibilità lo è di più!
Lottate per cercare e per ottenere il vostro nutrimento… Pretendetelo!
Esiste una sola adolescenza: cosa scrivereste agli adulti che sarete? Che avete passato due anni nascosti dietro uno schermo passando dalla didattica a distanza ai videogiochi?
Sarebbe bello raccontare che siete riusciti, nonostante una pandemia globale, a trovare la vostra stella danzante, e a farla brillare come non mai! Perché le stelle brillano di più quando tutto è più buio…
Sono sicura che l’adulto che diventerete ve ne sarà grato!
Potreste essere la generazione che salverà questo mondo dall’imbruttimento…. O volete essere solo la generazione covid???
Consigli per regali ad adolescenti e pre adolescenti
Da quanto tempo hanno iniziato a fare un elenco infinito di
richieste-regalo per natale? Smartphone, anfibi appena usciti sul mercato,
trucchi, videogiochi e quel nuovo giubbotto di cui proprio non possono fare a
meno…
Probabilmente avranno cambiato idea ogni giorno, o forse più
volte al giorno… vi avranno prospettato tutte le argomentazioni per cui non
possono farne a meno, senza nemmeno prender fiato.
Ecco… voi prendetelo quel fiato, fate un bel respiro
profondo e cercate di uscire dal vortice della loro energia adolescenziale…
Prima però è necessaria una precisazione…è stato un anno difficile per tutti ma per i ragazzi ancora di più, hanno dovuto adattarsi a un nuovo modo di fare scuola, di fare gruppo, di fare amicizia. Spesso non sono stati dentro quei confini che hanno definito per loro, più rigidi che per altre fasce d’età, spesso era necessario riprenderli, ricordare loro le regole, ma nonostante tutto hanno trovato la loro strada, come solo loro sanno fare. Perciò… Gratifichiamoli! Diamo al regalo un senso, magari con un biglietto un po’ più complesso del solito, facciamo sapere loro che riconosciamo la loro capacità di rinnovarsi e di riscoprirsi in un contesto nuovo con nuove modalità: darà valore a ciò che è stato e saranno una grande motivazione per ricominciare più consapevoli dopo le feste.
Ora cominciamo…
La lettera a Babbo Natale probabilmente non la fanno più, ma
possono fare una lista, condivisa
con voi, in modo da scrivere nero su bianco i loro desideri, per iniziare a
renderli reali, e per focalizzare quello che scelgono e quello a cui
rinunciano. Ormai hanno le competenze giuste per comprendere che c’è un budget complessivo
per il loro regalo, e che quindi possono decidere insieme ai genitori come
investire tale cifra. Non abbiate paura di dirgli un no!
Forse in preadolescenza hanno ancora un calendario dell’avvento,
specialmente se in casa ci sono fratellini più piccoli è giusto che tutti i
piccoli di casa abbiano un pensiero da quel calendario… optate per cose piccole
oppure per cose che sapete che comprereste comunque, come una ricarica
telefonica o delle gomme da masticare, o i suoi biscotti preferiti, un gel per
capelli o, perché no, lo spazzolino nuovo!
È un modo per definire un preciso periodo dell’anno e per
mantenere quella magia di quando erano un po’ più piccoli, ma con oggetti che
mostrano che stanno crescendo.
Ma veniamo al resto
dei regali… quello dei genitori e quelli, magari pilotati sempre dai
genitori di zii e nonni… oppure siete zii e nonni e non sapete cosa regalare agli
adolescenti di famiglia.
Bene, questa è la parte di articolo che fa per voi!
Farò, banalmente un elenco, ma si sa che le cose banali a
volte sono le migliori…
Smartphone & co. Quest’anno,
più che in altri anni, sarà impossibile limitare un nuovo telefono in regalo.
Lo hanno usato per la didattica a distanza, per parlare con amici, nonni e
parenti, magari si sarà usurato e magari avrà mostrato un po’ di arretratezza
tecnologica rispetto alle nuove versioni in uscita costante. Perciò, se è un
telefono che vuole, cedete… Ma, c’è un ma… prima verificate che necessiti
davvero di un nuovo telefono, dialogate con lui o lei su quelle che sono le
attività più frequenti, se fa più foto, servirà un modello con una buona
fotocamera ad esempio. Rispolverate regole e limitazioni sull’uso del cellulare
e fate loro presente che, poiché si parla di una cifra considerevole, non avrà
molti altri pacchetti da scartare sotto l’albero… Se non ritenete che serva un
telefono nuovo, perché il vecchio cellulare funziona perfettamente, non esitate
a declinare la richiesta… se vorrà potrà comprarlo con i suoi soldi (di cui vi
parlerò tra poco) quando racimolerà la giusta cifra…
Soldi. Capita che
nonni, zii o gli stessi genitori decidano di regalare dei soldi nella famosa “busta
di Natale”. Cercate di non regalare soldi prima delle medie, solo a questa età
si iniziano ad avere le competenze e il giusto livello di autonomia per
decidere come usarli al meglio. Una cifra giusta non dovrebbe superare i 50
euro, è il prezzo massimo per un regalo. Se i nonni vogliono regalare cifre
elevate sarebbe meglio un piccolissimo pensiero tangibile e, a parte, un
libretto di risparmio o una prepagata su cui iniziare a metter da parte i loro
soldi. Molte banche permettono l’apertura di conti bancari con carte prepagate
per i minori, controllabili dai genitori, è una buona idea per i nonni e i
genitori accompagnarli in banca e far mettere loro le prime firme, darà loro il
senso della responsabilità di quello che stanno ricevendo.
Trucchi, maschere,
cosmetici. Prima di tutto vorrei precisare che non sono regali da fare solo alle ragazze!! Siamo nel 2020, l’idea
che solo le femmine siano interessate a questo tipo di regali è vetusta. Una
maschera viso anti acne potrebbe essere gradita da alcuni ragazzi tanto quanto
da alcune ragazze. Certo magari per le ragazze abbiamo una vasta scelta tra
rossetti e mascara, ma in una qualsiasi profumeria sapranno proporvi qualcosa
anche per i maschietti. Rispettate l’età e le volontà dei genitori, magari
chiedete a loro prima di comprare un rossetto alla figlia dodicenne, se gliel’hanno
sempre vietato sarebbe opportuno non comprarlo! Un lucidalabbra sarà più
indicato per la preadolescenza, un rossetto o uno smalto per una sedicenne
andranno benissimo. Stessa cosa per piastre, rasoi, epilatori elettrici…
aspettate i 15 anni se potete!
Accessori tecnologici.
Che sia la stampante collegata allo smartphone, o una polaroid o una cassa bluetooth
o una batteria esterna, possono essere regali graditissimi. Naturalmente
dovranno avere già un telefono, ma non implicano grosse conseguenze di tipo
educativo e possono incentivare passioni adolescenziali con una spesa non
eccessiva.
Videogiochi. Che
sia la nuova play station o i suoi videogiochi vanno calibrati… Se è un ragazzo
che è già difficile distogliere dalla console sarebbe meglio evitare un nuovo
videogioco durante le feste di Natale… Altrimenti sono regali che ormai sono
diffusissimi e sempre graditi, naturalmente andrebbero accompagnati da regole
ben scritte e condivise!
Accessori cool per la
scuola. Il nuovo zaino alla moda, un nuovo device da usare per la didattica
a distanza, sono regali che possono cambiare la loro immagine pubblica, perciò
saranno felici se e solo se sono fedelissimi alle loro richieste. Sareste stupiti
nel verificare che anche il solo colore diverso dal desiderato potrebbe esser
così inaccettabile agli occhi del vostro ragazzo.
Vestiti e scarpe. Le
nuove sneakers, gli anfibi tanto diffusi, il maglioncino nuovo e la borsa…
oggetti del desiderio, costosissimi, ambiti… da concordare insieme… ma, tutto
sommato, dopo un buon esame di realtà che impedisce di spendere 500 euro per un
paio di scarpe da ginnastica, sono ottimi regali.
Un libro. Non strabuzzate
gli occhi, si avete letto bene… Esistono libri di ispirazione su adolescenti
famosi del passato e del presente, la biografia del loro cantante preferito, un
primo romanzo d’amore, manuali per l’adolescente perfetta… sono regali che
potrebbero solleticare la loro latente voglia di lettura durante un periodo in
cui hanno più tempo e più disponibilità d’animo…
Regali per muoversi
un po’. Mai come quest’anno è importante per loro muoversi. Un tappetino
con attrezzi per allenarsi in casa, una bici nuova, un monopattino… quest’anno
tutto è concesso! Non hanno potuto svolgere le normali attività sportive e gli
unici divertimenti concessi sono parchi e luoghi aperti (e nemmeno sempre!),
perciò usiamoli al meglio!
Regalare un buono
regalo. È una buona idea alternativa ai soldi veri e propri. Una carta
regalo in un negozio di abbigliamento, o in una profumeria o su una piattaforma
di e-commerce… sono ottime idee regalo che stimolano la loro autonomia e la
loro capacità di gestione di una somma di denaro.
Regalare una gift
card per un abbonamento. Che sia Netflix, spotify o itunes, farà piacere
ricevere uno di questi abbonamenti, anche solo per 3 mesi… i ragazzi sono dei fervidi fruitori di queste piattaforme,
perciò li farete felici.
Regali per ragazzi
creativi. Un taccuino da disegno, una scatola di pastelli, una tela, un
autotune, un accessorio per la cucina… se hanno una passione creativa
alimentiamola!!! Sono così rari i momenti lontano da uno schermo che quei pochi
che ci sono vanno incentivati in ogni modo.
Alcune regole
generali potrebbero tornarvi utili…
Genitori separati.
Ho scritto questo consiglio anche nell’articolo sui regali per i bambini, vale
sempre a tutte le età…Non scatenate una gara per chi farà il regalo più grande
e costoso, non serve a voi, e sarà un brutto scenario per il ragazzo (spargete
la voce anche tra i rispettivi nonni e zii!). Cercate di fare un regalo insieme
da scartare la mattina di Natale, ovunque la passerà, il genitore presente può
fare un video da inviare all’altro, e l’anno prossimo sarà l’inverso. Non siete
più marito e moglie, ma siete ancora mamma e papà! Poi potrete fare un regalo
più piccolo (uno solo!) da scartare nelle rispettive case nei giorni stabiliti
che passerà con i due genitori separatamente.
Insegnate loro ad apprezzare
la sorpresa. Insegnate ai ragazzi ad apprezzare anche i regali che non sono
sulla sua lista di desideri… Non è scritto da nessuna parte che nella vita ci
sono solo regali che ci piacciono, ma è in nostro potere guardarli dal nostro
punto di vista e trasformarne l’uso! Potranno scambiarli, organizzare un
mercatino, rivenderli e guadagnare qualche soldo in più… ma a questa età, l’educazione
impone di ringraziare sinceramente per il pensiero che c’è stato per loro.
Regalare un po’ del
loro tempo o dei loro vecchi vestiti a chi non ce l’ha. Fare un po’ di feng
shui non fa mai male, a Natale poi ha un valore in più… un giubbotto che non
entra più può essere utile al cuginetto più piccolo, un cappello può essere
vitale per chi si reca alla Caritas o ad associazioni simili… Preparate un
sacchetto di vestiti puliti e in buone condizioni e portatelo insieme a loro
nei cassoni gialli per indumenti sparsi per la città… potete inserire un
biglietto di buon Natale per rendere il tutto più tangibile. Stesso discorso
vale per il tempo: fare la spesa per la nonna, aiutare il fratellino nei
compiti, aiutare i genitori nelle faccende domestiche significa regalare
qualche ora del proprio tempo… formalizzatelo, segnate quante ore hanno
regalato e lodateli per la loro generosità, vi sembrerà poco, ma per un ragazzo
è tanta roba! SI abitueranno alla condivisione e si avvicineranno ad un puto di
vista diverso…
Ed infine…
È stato davvero un anno cupo, pieno di paure e incertezze…
Il regalo più
prezioso che potrete fare loro è un po’ di MAGIA!!
La magia è davvero nelle piccole cose, fare dei biscotti
allo zenzero insieme, ballate, cantate, accendete candele… DIVERTITEVI e passate del tempo di qualità con loro… non c’è regalo più
grande!!!
Ammettiamolo: rispetto a questo argomento avete un po’
mollato la presa, avete scelto di non intraprendere una battaglia ogni volta
che vedete vostro figlio intento a pubblicare video su una bacheca virtuale, vi
siete pian piano convinti che, in fondo, non può essere poi così deleteria come
cosa…
Non posso che darvi ragione… per svariati motivi i social
sono diventati parte della vita di tutti, si lavora con i social, si mantengono
relazioni sociale, ci si informa, si approfondisce e si cerca quello che ci
incuriosisce… In questo periodo, poi, hanno mostrato tutta la loro utilità nel
preservare quel briciolo di socialità essenziale per noi adulti e ancor di più
per gli adolescenti…
Come tutto il resto, i social non sono da demonizzare o da
avvallare per partito preso, l’importante, come sempre, è comprendere il senso
che i ragazzi danno alle relazioni virtuali.
Per prima cosa cerchiamo di comprendere meglio questo
fenomeno. Andate un po’ indietro nel tempo a quando vi ispiravate alle ragazze
della tv per scegliere un maglioncino o un paio di jeans, bene, oggi sono state
sostituite dalle influencers! Non c’è
molta differenza, solo che adesso si percepisce maggior vicinanza con chi
vorremmo imitare, si percepisce anche che è facile arrivare alla fama e al
successo che hanno e che chiunque (anche noi!) potremmo essere lei o lui un
giorno non troppo lontano.
Sempre nei vostri ricordi pescate quelle feste di compleanno
o quegli eventi che organizzavate nel dettaglio, dalla scelta dei vestiti, al
luogo, a quello che avreste detto o fatto… poteva capitare che dalla quantità
di gente presente al vostro evento si decidesse la vostra popolarità e il
vostro futuro sociale… Oggi ci sono i followers!
I ragazzi organizzano video o fanno foto o cercano frasi di sicuro effetto per
captare quanti più spettatori possibili e quindi quanti più followers. La
differenza è che adesso abbiamo a che fare con centinaia o migliaia di persone
e questo può allontanare un po’ dalla realtà, pensando di “conoscere” ognuno
dei millemila followers che apprezza la nostra identità virtuale.
Sempre dal vostro passato ripercorrete le interminabili
telefonate con la vostra amica del cuore e i vostri genitori che vi intimavano
di chiudere per studiare… Oppure quando cercavate di studiare alla velocità
della luce per poter incontrare i vostri amici.
Perché ripescare questi ricordi?
Per capire che nulla è cambiato nei bisogni degli
adolescenti… il bisogno di appartenenza, di mostrare una parte di sé
accettabile e affascinante, la diversa scala di importanza che pone le
relazioni sociali extrafamiliari molto più in alto dei doveri scolastici o
familiari…
Allora cosa è cambiato?
Essenzialmente due cose: la velocità con cui si possono
esprimere le preferenze attraverso i like, con cui in un secondo decido se quel
personaggio mi piace o no, e, di conseguenza, la velocità con cui sentiamo di
piacere o non piacere più; altro elemento importante di cambiamento è la
quantità di pubblico che può raggiungerti o a cui si ha accesso, che toglie
spessore alla complessità del singolo, che permettono di nascondersi nella
nebbia dell’anonimato o di un gruppo e che riduce al minimo la responsabilità
nelle relazioni.
Come ogni nuovo comportamento adolescenziale bisogna sempre
pensare che non sono i social in se ad essere pericolosi, ma possono essere un
buon canale per esprimere un disagio già esistente e da cui può essere
difficile venirne fuori.
Quindi, che fare?
Il primo suggerimento è quello a cui probabilmente siete già
arrivati: non impedire, non proibire, non mettere al bando i social, non
demonizzarli…
Sarà davvero semplice eludere i vostri divieti e accedere
alle varie bacheche, specialmente in questo periodo di iper esposizione ad
internet. E, inoltre, se anche voi ne fate parte, mostrerete una grande
incoerenza educativa.
Una volta accettati, bisognerà però condividere una vera e
propria educazione social per
condividere e sottolineare con i ragazzi cosa è davvero importante. Un po’ come
nel passato c’è stata un’educazione stradale, civica, sentimentale… oggi c’è
bisogno dell’educazione social!
Anche i social hanno delle regole: ricordate ai vostri figli
che è importante non condividere contenuti che potrebbero ferire qualcun altro
e segnalare tempestivamente se fossero oggetto di contenuti che hanno sentito
come offensivi o addirittura violenti… è
molto importante per prevenire conseguenze pericolose.
È importante che comprendano quanto è importante non
interrompere continuamente un compito per guardare anche solo un secondo gli
aggiornamenti dei social. Probabilmente non accetteranno questa regola di buon
grado… vale la regola dei piccoli passi: completare una singola espressione
senza vedere il telefono, leggere il capitolo di storia prima di riaggiornare
la pagina, spiegando loro che c’è un vero e proprio processo attentivo che se
viene interrotto (anche per un secondo) porta ad allungare i tempi di
svolgimento e a diminuire il profitto.
Interessarsi ai loro social, a come si presentano on line,
capire se sono gli stessi che conosciamo o cambiano completamente dietro uno
schermo, comprendere chi sono i loro followers, che contenuti seguono o
pubblicano…. Potrebbe darvi uno spaccato interessante sulla vita di vostro figlio,
e aprire un dialogo con lui…
È importante far comprendere loro anche che voi ci siete e
che li vedete e li riconoscete anche nei piccoli cambiamenti giornalieri. Non
mostratevi pressanti o preoccupati, non sarà utile né efficace, è uno sguardo
diverso quello che vi chiedo: aperto, accogliente, sinceramente curioso e
soprattutto amorevole…
Come sempre c’è un ma… data la vastità del pubblico e dato l’anonimato
di molti profili, i social nascondono dei pericoli, perciò fatevi raccontare
cosa fanno, se hanno conosciuto persone nuove, sia online che dal vivo, e che
accade quando si siedono davanti al pc o al telefono, e abbiate un occhio più
attento alle piccole variazioni.
Altro rischio che nascondono, forse anche più grave del
primo, è la dipendenza e il ritiro sociale che spesso accompagnano un uso
eccessivo dei social. Come vi dicevo, spesso svela un disagio precedente a cui
prestare moltissima attenzione…
In questi casi, come in tutti in casi in cui “qualcosa non
vi torna”… Contattate un professionista che possa aiutare vostro figlio e
comprendere cosa si cela dietro i suoi comportamenti.