IL MAGO DI OZ
Non so se avete mai raccontato ai vostri bambini del viaggio di Dorothy nel Paese di Oz, lungo una strada di mattoni gialli, in compagnia di uno spaventapasseri che cercava un cervello, un taglialegna di latta che cercava un cuore e un leone che cercava coraggio…
Se vi siete mai chiesti cos’é un percorso psicoterapeutico per un bambino, potreste pensare proprio a questa storia.
Ci sono bambini che usano solo la loro parte razionale, proprio come l’uomo di latta della storia, sembrano avere un’armatura rigida con cui camminano nel mondo. Per certi genitori può sembrare difficile entrare in un vero contatto con il proprio figlio: con questi bambini non basta un abbraccio per risolvere un capriccio, e da adolescenti dibattono su tutto, portando i genitori quasi allo sfinimento. Qual è il problema dell’uomo di latta nella storia? A volte si blocca, a volte non riesce ad affrontare degli eventi particolari in cui servirebbe un po’ meno rigidità, servirebbe un po’ di empatia e di emotività.
Ci sono bambini che sembrano pervasi dalle emozioni: sono tanto tristi o tanto arrabbiati a volte tanto euforici… sembra che l’emozione che provano in quel momento offuschi la loro mente e non gli permetta di percepire più nulla e nessuno. Proprio come lo spaventapasseri sono inconsolabili quando piangono, e sono incontrollabili quando si arrabbiano. Può essere complicato ritrovare un equilibrio in certi momenti, con questi bambini non basta spiegare cosa sta accadendo per ridimensionare la risposta emotiva. Stanno provando quell’emozione al massimo dell’espressione possibile, non riescono a modularla e a governarla. E in adolescenza le emozioni sono ancora più potenti.
Altri bambini sembrano governati dalla paura che blocca ogni loro passo verso la leggerezza della loro età. Proprio come il leone della storia, appaiono goffi e impacciati. A volte i genitori non comprendono quanto la paura sia irrazionale ma reale. Spronano i bambini a superare la paura senza passare per il necessario passaggio della rassicurazione.
“I bambini imparano ciò che vivono”…
… se hanno sviluppato la parte più razionale è perché sono vissuti in un mondo in cui era necessario mostrarsi intelligenti, nascondere la parte emotiva che li avrebbe resi fragili e vulnerabili. Hanno imparato a non sentire perché era la miglior strategia di sopravvivenza possibile. Pian piano hanno pensato di non avere un cuore…
Se hanno trascurato la parte razionale è perché è stato chiaro da subito che non era necessario pensare. C’era qualcun altro che pensava al loro posto, che decideva cosa era meglio per loro. Ma era indispensabile sentire, empatizzare, percepire le emozioni e i sentimenti degli altri prima ancora che fossero visibili ai più. Pian piano hanno sentito di non avere il cervello…
Se è stato insegnato loro che il mondo era un posto pericoloso e che nessuno, nemmeno gli adulti, poteva far fronte a tale paura, o se hanno vissuto nell’insicurezza, senza una rete di sicurezza che gli permettesse di sperimentare, esplorare, vivere, probabilmente sono nel mondo con quell’incertezza e quell’insicurezza che contraddistingue il leone codardo…
Cosa fa in questo caso uno psicoterapeuta?
Accompagna i bambini, proprio come Dorothy, in un viaggio, lungo una strada di mattoni gialli, un percorso lungo il quale vengono valorizzati quei gesti, quegli episodi che permettono al bambino di riscoprire quelle qualità che già possiedono, ma che non sono state sempre permesse.
Dorothy accoglie la paura del leone, lo rassicura, e lo sostiene permettendogli di superarla e di riscoprire il coraggio che già possiede. L’uomo di latta possiede già la capacità di amare ed essere amato e questo fa di lui un personaggio dal grande cuore. Così lo spaventapasseri può liberarsi dall’etichetta che condiziona gran parte del suo sentire e può fidarsi delle sue idee, scoprendo di possedere un cervello.
Questo è quello che accade durante una psicoterapia con un bambino o con un adolescente… In questo percorso vengono coinvolti tutti gli altri coprotagonisti, come la famiglia o la scuola, per abbandonare quel Mondo di Oz, fatto di etichette, di rigidità, di poca intimità, per tornare davvero a casa… Non è un percorso libero da streghe cattive, papaveri avvelenati e maghi cialtroni, ma insieme è possibile!